CATANIA. Una struttura articolata, mossa anche dall’ingordigia di denaro per tenere un livello di vita molto elevato, finalizzata a compiere rapine nel Nordest, dove ognuno aveva un compito: chi di organizzatore, chi di messa a punto degli obiettivi da colpire, chi di basista e chi, infine, di esecutore materiale.
E’ questo il quadro che emerge dalle indagini compiute dai carabinieri di Venezia, con gli ultimi due arresti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, su una banda che avrebbe messo a segno quattro 'colpi', tra settembre e novembre 2015 tra il veneziano, il rodigino e il ferrarese, con un bottino complessivo di quasi 300mila euro. Altre rapine erano allo studio nel mantovano, ma i carabinieri hanno fatto 'terra bruciata' attorno ai possibili obiettivi intensificando le presenze visibili mentre raccoglievano elementi per incastrare i componenti del gruppo, quattro catanesi, un veneziano operante a Chioggia e un milanese.
Gli ultimi due arresti - Filippo Pazienza e Angelo Maimone, catanesi - riguardano quelli che gli investigatori considerano gli autori materiali delle rapine, 'trasferistì dalla Sicilia a Nordest. Al momento dell’arresto di Maimone, con l’ausilio dei carabinieri di Catania, è stato bloccato anche il fratello per detenzione di un ingente quantitativo di marijuana. Nell’agosto scorso erano scattati altri quattro arresti, per gli ideatori e preparatori dei 'colpi'.
Tra questi quattro, un catanese - Francesco Guardo, di 26 anni - è detenuto anche per omicidio. A carico delle sei persone coinvolte nell’inchiesta condotta dalla procura lagunare - come ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri, col. Claudio Lunardo - è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine con sequestro di persona. Sono state sequestrati conti correnti, auto e cassette di sicurezza. Indagini su altre rapine compiute nel ferrarese sono in corso da parte della procura locale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia