CATANIA. "Abbiamo già avviato la richiesta di pagamento del risarcimento stabilito dai giudici: abbiamo inviato, per posta certificata, la sentenza esecutiva della prima sezione civile del Tribunale di Messina alla presidenza del consiglio dei Ministri. Speriamo che la burocrazia non rallenti il pagamento e che venga fatto nel più breve tempo possibile". Lo afferma l'avvocato Licia D'Amico sul risarcimento danni di circa 300mila euro fissato per gli eredi di Marianna Manduca, assassinata dieci anni fa a Palagonia (Catania) dal marito Saverio Nolfo, che sta scontando in carcere la condanna a vent'anni di reclusione. Il Tribunale ha applicato la norma sulla responsabilità civile della Procura di Caltagirone, all'epoca dei fatti retta da Onofrio Lo Re, deceduto dopo essere andato in pensione, che non avrebbe fatto quanto in suo potere per evitare il femminicidio in quanto la donna aveva presentato 12 denunce contro il marito che poi la uccise. La Corte d’appello di Messina ha condannato i magistrati, poichè ritiene ci fu dolo e colpa grave nell’inerzia dei pm che, dopo i primi segnali di violenza da parte del marito, non trovarono il modo di fermarlo, nonostante le reiterate denunce della donna.