PALAGONIA. Il 4 ottobre dello scorso anno in un bar di Palagonia durante un conflitto a fuoco uccide un consigliere comunale dal quale vantava un credito di 3.000 euro e subito dopo si costituisce. A distanza di 10 mesi viene trovato ucciso con cinque colpi di pistola nel suo podere.
Sembrerebbe una vendetta l'omicidio di Francesco Calcagno, 58 anni, bracciante agricolo di Palagonia che confessò l'omicidio di un consigliere comunale del paese, Marco Leonardo, 41 anni, e dopo si costituì ai carabinieri confessando l'omicidio e parlando di un credito che vantava dalla vittima.
I carabinieri della compagnia di Caltagirone, che conducono le indagini coordinati dalla Procura, hanno sentito i parenti della vittima. Per gli investigatori le ipotesi sono tutte aperte ma la vicinanza con gli avvenimenti dello scorso anno per loro è un fatto "rilevante".
Lo stesso procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, spiega che "sembrerebbe una vendetta, ma si viaggia su tante ipotesi. Al momento non abbiamo elementi utili per dire con certezza che è stata una resa dei conti". Calcagno era tornato in liberta' dopo un paio di mesi trascorsi in carcere e dopo aver scontato gli arresti domiciliari fino allo scorso aprile: il gip aveva riconosciuto la possibilità della legittima difesa. Era stato rinviato a giudizio per omicidio e porto abusivo di armi ed era in attesa della fissazione della prima udienza del processo.
Calcagno uccise il consigliere comunale dopo che quest'ultimo aveva estratto una pistola con cui aveva sparato. Nel procedimento è entrato anche un filmato registrato dalla videocamera del bar dove avvenne la sparatoria. Il conflitto a fuoco tra Calcagno e Leonardo avvenne dopo un primo scontro verbale per strada. A terra i carabinieri trovarono i bossoli di due diversi calibri di pistola.
Leonardo, prima di essere colpito, avrebbe cercato di fuggire. Calcagno davanti ai militari sostenne di avere agito per legittima difesa. Il politico nel 2008 era stato arrestato, insieme ad altri 15 indagati, da carabinieri e Guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Caltagirone su presunte truffe all'Inps da otto milioni di euro, avvenute attraverso false dichiarazioni sull'assunzione di braccianti agricoli.
Lo stesso anno si era candidato a consigliere comunale di Palagonia, risultando il primo dei non eletti della lista civica "Progetto Palagonia". Nel 2011 era subentrato a un collega che si era dimesso. Nel 2012 era stato eletto con la lista civica d'opposizione "Palagonia Futura", di cui era il capogruppo.
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