BOLOGNA. Almeno stavolta, Fontana di Trevi non è stata «venduta». Un cinquantaduenne catanese, che certo non è Il Principe della Risata ma probabilmente si ispira al celebre «Totò Truffa 62», avrebbe più modestamente spillato soldi ai soliti ingenui del web affittando loro stanze-fantasma di un appartamento nel cuore di Bologna. L’uomo – L. P. G., ora indagato per il suo raggiro con l’aggravante dell’uso del mezzo informatico – ha cercato prede clonando un’inserzione sul noto portale «Subito.it». In questo caso, a differenza del film, nessun turista americano è stato abbindolato. Undici italiani, invece, sono finiti … in Rete.
Sono stati gli agenti del Commissariato Centrale a identificare il truffatore sulla base delle denunce presentate dalle vittime negli uffici di Polizia nel capoluogo emiliano, che hanno ben presto fatto imboccare la «pista catanese». Stando alla ricostruzione degli agenti, i malcapitati versavano la cifra pattuita su una carta prepagata riconducibile all’indagato dopo avere letto l’annuncio e contattato telefonicamente il cinquantaduenne. Circa mille euro la cifra della «stangata». Nulla di nuovo, comunque, per L. P. G. che – puntualizzano gli investigatori – era già noto alle cronache giudiziarie per un altro raggiro commesso con le stesse modalità, ma in quell’occasione offrendo a «prezzi d’occasione» cellulari di ultima generazione