CATANIA. «Non ti preoccupare, ti accompagno io...». E’ stata la promessa che ha rassicurato una 25enne della provincia di Catania che dopo avere passato una serata in discoteca nel capoluogo etneo doveva rientrare a casa. Aveva mollato la persona con cui era arrivata, col quale era entrata in contatto su Facebook, e si era affidata all’uomo che conosceva. Che si è trasformato, secondo l’accusa, in un mostro: in tre l’hanno violentata per ore, dentro l’auto di lui, nascosti in una zona isolata, accanto a un cimitero di un paesino etneo. E’ stata la vittima, soccorsa da un passante che l'ha portata alla locale stazione dei carabinieri, a fornire le indicazioni necessarie alla loro identificazione e al successivo fermo del 'brancò eseguito da militari dell’Arma su disposizione della Procura di Catania. Un particolare, casuale, ha permesso di stabilire con certezza chi fossero: i tre erano assieme alla 25enne quando, prima della violenza nella zona isolata, erano stati fermati e registrati a un posto di blocco delle forze dell’ordine durante un controllo della loro auto. La vittima non avrebbe segnalato alcuna situazione di allarme. Il "branco", sostengono fonti investigative, non ha avuto pietà della 25enne. E per verificare ogni possibile azione la Procura di Catania ha disposto il sequestro dei cellulari dei tre indagati e accertamenti sul loro contenuto e su telefonate e scambio di messaggi. Esami saranno eseguiti anche sulla vettura dove sarebbe avvenuta la violenza sessuale alla ricerca di materiale biologico e di altri elementi utili alle indagini. La 25enne era andata in discoteca con un uomo che aveva conosciuto su Facebook, estraneo alle violenze, che la avrebbe dovuta anche riaccompagnare a casa. Ma durante la serata la donna ha legato con un uomo che conosceva e si è affidata a lui per il rientro in paese. Quando sono arrivati nell’auto, però, a bordo c'erano altre due persone, che avrebbero poi partecipato alla violenza sessuale con un’aggressione di gruppo. I tre dopo la denuncia sono stati fermati in tre paesi diversi della provincia di Catania da carabinieri. E’ il secondo caso di violenza sessuale che si registra in tre settimane nel Catanese. Il 19 settembre scorso, infatti, in una guardia medica è stata aggredita una dottoressa cinquantenne da un 26enne, Alfio Cardillo, che l’ha seviziata per ore, fino ad essere liberata da carabinieri intervenuti dopo una segnalazione di un vicino, allertato dalle urla della donna. In quel caso la Procura di Catania ha contestato la violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di un pubblico ufficiale, il sequestro di persona e le lesioni. Tesi condivise dal Gip nell’ordinanza di custodia cautelare. Reati che sono ancora contestati all’indagato e non, come riportato da organi di stampa, derubricati in infortunio sul lavoro. Alla dottoressa ha telefonato la presidente della Camera, Laura Boldrini, dicendole: «Ammiro la sua forza e la sua determinazione, lei è un esempio». «Capisco la sua indignazione e il suo dolore - ha aggiunto - lei però deve sapere che non è sola». La Presidente ha invitato la dottoressa a prendere la parola alla Camera per il 25 novembre, giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. «Per me quello sarà un momento di riscatto», ha detto la dottoressa accettando l’invito.