Catania

Sabato 23 Novembre 2024

"Affiliato al clan di Paternò", confiscati beni per 1,5 milioni a un imprenditore

PATERNO'. Scatta la confisca da 1,5 milioni di euro per l’imprenditore Vincenzo Salvatore Rapisarda, affiliato clan “Morabito-Rapisarda” di Paternò. Il personale della Dia di Catania ha dato esecuzione un decreto di confisca di una società e quote di partecipazione di aziende operanti nel settore dell’autotrasporto e varie somme di denaro. L’imprenditore Vincenzo Salvatore Rapisarda è stato arrestato nel 2015, nell’ambito dell’operazione “En Plein” coordinata dalla procura distrettuale antimafia. Durante questa operazione sono finiti in carcere 16 esponenti ritenuti affiliati al clan “Morabito-Rapisarda” di Paternò. Successivamente, nel gennaio del 2016, Rapisarda è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Catania nell’ambito dell’operazione dei carabinieri denominata “Vicerè”. In questa occasione è stato accusato di associazione di stampo mafioso e rilevazione di segreti d’ufficio nei confronti di 108 appartenenti al clan mafioso dei Laudani. Approfonditi e complessi accertamenti patrimoniali svolti dagli investigatori compendiati nella proposta di applicazione della misura di prevenzione a firma del direttore della Dia hanno consentito di accertare una notevole sproporzione tra le fonti dichiarate e i beni direttamente o indirettamente posseduti. Le indagini patrimoniali e societarie hanno consentito di far emergere come Rapisarda, secondo l’accusa, abbia, successivamente all’arresto, ceduto le quote di due società operanti nell’attività di autotrasporto di merci per conto terzi a prossimi congiunti, al solo fine di eludere eventuali misure patrimoniali nei suoi confronti. Tali atti di cessione, ai sensi della normativa antimafia, venivano considerati privi di efficacia e il Tribunale di Catania ha quindi esteso il provvedimento ablativo anche alle quote sociali ritenute cedute fittiziamente. Il provvedimento di confisca, eseguito dalla Dia di Catania, ha colpito beni intestati alla convivente del Rapisarda ed a lui riconducibili, costituiti da una società operante nell’ambito dell’autotrasporto per conto terzi, una quota di partecipazione nel capitale sociale di altra società intestata ad un prossimo congiunto, operante anch’essa nella medesima attività nonché rapporti bancari e finanziari.

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