CATANIA. Un mazzo di fiori rosso scuro, sotto la lapide che ricorda il luogo dell’agguato mortale, tra le luminarie natalizie e l’insegna del sexy shop che ha preso il posto di una storica officina. Le note del silenzio suonate con la tromba da un bambino di un quartiere popolare del centro storico, davanti ad alcune centinaia di persone, arrivate con il silenzioso corteo de «I Siciliani giovani» e di altre associazioni da piazza Roma, insieme a Claudio Fava, Miky Gambino e Riccardo Orioles, protagonisti dell’esperienza prima al «Giornale del Sud» e poi a «I Siciliani», le figlie di Elena Fava, altri protagonisti di una stagione ormai lontana di forte reazione civile, come padre Salvatore Resca, tra i fondatori di «Cittàinsieme». Le istituzioni presenti con l’assessore comunale Rosario D’Agata, il sindacato dei giornalisti con il consigliere nazionale Luigi Ronsisvalle e il presidente dell’Unione cronisti di Catania, Filippo Romeo.
Catania ha ricordato Giuseppe Fava, nel giorno del trentaquattresimo anniversario dell’omicidio del giornalista e scrittore assassinato dalla mafia la sera del cinque gennaio 1984, davanti all’ingresso del teatro Stabile di Catania.
L’agguato scattò dopo che aveva posteggiato la sua auto: mentre stava per aprire la portiera un sicario lo uccise con cinque colpi di pistola alla testa. Per il delitto sono stati condannati in maniera definitiva all’ergastolo il capomafia Benedetto «Nitto» Santapaola e il boss Aldo Ercolano. «Non è stato un sacrificio inutile – ha dichiarato Claudio Fava, figlio di Pippo, giornalista e deputato regionale – e lo dimostra anno dopo anno, giorno dopo giorno, come questa storia sia diventata una storia collettiva utile a tanti. E anche come sia cresciuta una generazione di giornalisti che hanno oggi l’età che avevamo noi quando eravamo i figli di Giuseppe Fava e che tengono alto l’onore, la dignità e la determinazione di questo mestiere qui e ovunque. Credo che sia la cosa più significativa che vada ricordata e raccontata».
Dopo il presidio in via Pippo Fava, al teatro «Verga», si è svolto un incontro-dibattito con la partecipazione di Claudio Fava, preceduto dalla proiezione di un trailer-film «Prima che la notte», e in chiusura, è stato consegnato il premio Fava 2018 alla memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa dall’esplosione della sua auto alcuni mesi fa.