CATANIA. Il Gip di Catania ha concesso gli arresti domiciliari di Orazio Stefano Fazio, 64 anni, funzionario della direzione ecologia e ambiente del Comune di Catania che il 16 marzo scorso era tra gli arrestati della Dia nell’inchiesta 'Garbage affair' sulla gestione di un appalto pubblico da 350 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti. Il Gip Sebastiano Fabio Di Giacomo Barbagallo nel provvedimento cita «il comportamento ampiamente collaborativo tenuto dal Fazio», difeso dall’avvocato Francesco Siracusano, in occassione dell’interrogatorio davani ai magistrati della Procura distrettuale il 29 marzo scorso che «per un verso hanno consolidato il quadro indiziario riguardo alle imputazioni più grave» contestate, dall’altra hanno «apprezzabilmente affievolito le delineate esegenze cautelari che, quantunque indubbiamente ancora persistenti, possono trovare adeguato soddisfacimento» con gli arresti domiciliari e il divieto di contatti di qualsiasi genere che non siano i «familiari già conviventi» nel suo domicilio. Secondo quanto si è appreso Fazio avrebbe «fatto parziali ammissioni di colpa», ma «avrebbe ridefinito il quadro di reale responsabilità degli indagati». Gli arrestati erano stati l’imprenditore romano Antonio Deodati, 56 anni, e Fazio per turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Agli arresti domiciliari era stati posto Antonio Natoli 46 anni, dipendente della Ipi srl. Deodati è comproprietario della Ipi srl che in raggruppamento temporaneo di imprese con Oikos è stata dal 9 febbraio 2011 al 15 maggio 2017 affidataria del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania. Fino al 2 marzo 2017 Deodati è stato anche socio della Ecocar srl affidataria, in consorzio con Senesi spa, della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Catania. Fazio è invece responsabile dei servizi esternalizzati di ecologia e ambiente del Comune e responsabile dell’esecuzione del contratto di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Il gip ha deciso anche l’interdizione per 12 mesi dall’esercizio di uffici direttivi per Francesco Deodati, 51 anni, e Massimo Rossi, 54 anni. Deodati è accusato di turbata libertà degli incanti e Rosso (sospeso anche per un anno dai pubblici uffici) di corruzione. Indagato anche Leonardo Musumeci, 34 anni, direttore di Ecologia e ambiente del Comune di Catania.