Mafia, assoluzione per concorso esterno annullata: nuovo processo in corte d'appello per Lombardo
Nuovo processo per l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo. La Seconda sezione penale della Cassazione ha infatti annullato con rinvio la sentenza emessa il 31 marzo 2017 dalla Corte d'appello di Catania che aveva assolto, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa l'ex governatore e lo aveva condannato a due anni (pena sospesa) per corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso, ma senza intimidazione e violenza. Una sentenza, quella di secondo grado, che a sua volta aveva riformato quella emessa il 19 febbraio 2014, col rito abbreviato, dal Gup Marina Rizza che lo aveva condannato a sei anni e otto mesi per concorso esterno all'associazione mafiosa. Adesso si terrà un nuovo processo. Dopo oltre cinque anni di udienze e due sentenze, dall'esito differente, e le lunghe indagini dei carabinieri del Ros sui rapporti tra politica, imprenditori, 'colletti bianchi' e Cosa nostra, torna dunque sotto processo l'ex Presidente della Regione Siciliana e leader di Mpa, Raffaele Lombardo. Nelle motivazioni la Corte d'appello di Catania, nel riformare la sentenza di primo grado, aveva rilevato che "il summit tra i vertici mafiosi e Raffaele Lombardo nel giugno del 2003 a casa" dell'ex presidente della Regione, uno dei pilastri dell'accusa, "è un fatto assolutamente privo di riscontro probatorio". Erano stati invece dimostrati, secondo i giudici di secondo grado, "i rapporti tra Lombardo e esponenti della mafia, che avrebbero agito per agevolare la sua elezione, ma dal quale non avrebbero ricevuto alcun favore". La Corte d'appello gli aveva contestato la corruzione elettorale con l'aggravante di avere favorito la mafia, che non usa violenza né intimidisce, ma compra i voti con soldi, buoni spesa e favori. Una decisione non condivisa dalla Cassazione che "in accoglimento del ricorso della Procura generale di Catania" ha annullato "la sentenza con rinvio ad altra sezione" della Corte d'appello di Catania. Il Pg della Cassazione, Stefano Rocci, aveva chiesto la conferma dell'assoluzione dall'accusa di concorso esterno all'associazione mafiosa e l'annullamento con rinvio della condanna a due anni. Aveva sollecitato anche il non accoglimento del ricorso della Procura generale di Catania perché depositato in ritardo, ma con una successiva memoria aveva segnalato che era stato presentato in tempo utile. "Vediamo con favore - spiegano dalla Procura - che è stata annullata una sentenza contro la quale era stato avanzato ricorso. Ma bisogna attendere le motivazioni". Sulla stessa linea di attesa l'avvocato Alessandro Benedetti, che con Filippo Dinacci assiste l'ex governatore: "Prima di esprimere qualsiasi valutazione dobbiamo aspettare il deposito delle motivazioni per evitare di dire cose improbabili". Commenta invece Raffaele Lombardo con un paragone calcistico: "Mi verrebbe da dire, in attesa di conoscere le motivazione della Cassazione e della reale portata della sua decisione, zero a zero e palla al centro", ma, aggiunge l'ex governatore, "non è una partita di calcio: è una gara tra le più importanti della mia vita, della vita di un cittadino perbene". "Affronteremo anche questi tempi supplementari - annuncia Lombardo - con la serenità e la determinazione di chi ha la coscienza a posto avendo sempre combattuto la mafia. Con poche parole e con molti fatti. Non ci sarà bisogno del Var - chiosa l'ex governatore - ma soltanto di arbitri seri, rigorosi ed attenti".