Catania

Sabato 23 Novembre 2024

Donna morta a Catania dopo un aborto, chiesto il rinvio a giudizio per 7 medici

L'ospedale Cannizzaro di Catania

La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio di sette medici del reparto di ginecologia e ostetrici dell’ospedale Cannizzaro per la morte di Valentina Milluzzo, la 32enne alla 19esima settimana di gravidanza deceduta il 16 ottobre 2016 dopo avere perso, con altrettanti aborti, i due gemelli che aspettava in seguito a una fecondazione assistita. Il reato ipotizzato è concorso in omicidio colposo plurimo. Nell’inchiesta non si contesta il fatto che i medici siano obiettori di coscienza. Il Gup Giuseppina Montuori ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 17 luglio. Imputati sono il primario del reparto, Paolo Scollo, perché "in posizione di garanzia e con obblighi di controllo e vigilanza"; i medici del reparto Silvana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro, Andrea Benedetto Di Stefano e Vincenzo Filippello, «in servizio nel reparto e in sala parto, avvicendatisi nei turni di guardia"; e l’anestesista Francesco Paolo Cavallaro, «intervenuto in sala parto la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2016». Secondo l’accusa «in concorso e cooperazione tra loro cagionavano con colpa il decesso della gestante» ricoverata per minaccia d’aborto in gravidanza gemellare bicoriale. La Procura contesta ai medici 'colpa professionale» per «imprudenza, negligenza ed imperizia». In particolare «nella mancata attuazione di una terapia antibiotica adeguata» sia il 14 e il 15 ottobre, nel «mancato tempestivo riconoscimento della sepsi in atto», nella «mancata raccolta raccolta di campioni per esami microbiologici», nella «mancata tempestiva rimozione della fonte dell’infezione: i feti e le placente» e la «mancata somministrazione di emazie durante l’intervento». Tutti eventi, che sostiene la Procura di Catania, avrebbero «determinato il trasmodare della sepsi in shock settico irreversibile con conseguente insufficienza multiorgano e coagulazione intravascolare disseminata» che hanno causato il decesso della paziente. Del caso si occupò anche il ministero della Salute che inviò degli ispettori all’ospedale Cannizzaro. La Procura ha indicato come parti offese i familiari della vittima, Francesco Castro, rappresentato dall’avvocato Salvatore Catania Milluzzo, e Salvatore Milluzzo e Giuseppina Moschetto.

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