Catania

Martedì 26 Novembre 2024

Giarre, la casa natale del filosofo Michele Federico Sciacca abbandonata tra rifiuti e degrado

La casa natale del grande filosofo rosminiano Michele Federico Sciacca in stato di totale abbandono e di degrado. Adesso anche il portone d’ingresso, dopo essere stato invaso da arbusti, risulta aperto. Nessuno muove un dito. I vicini asseriscono di avere fatto opportune segnalazioni ai vigili urbani, esprimendo la preoccupazione che la casa possa essere abusivamente occupata da qualcuno, ma a quanto pare nessun provvedimento sarebbe stato preso e nessuna ispezione precauzionale sarebbe stata effettuata. Un’altra occasione di turismo culturale sprecata. La cosa che più colpisce è che la casa, quasi un monumento per la collettività giarrese, che il 3 aprile del 2004 vi appose una grande lapide commemorativa, sorge sulla Nazionale, in pieno centro storico, a due passi dal monumento ai Caduti e da piazza Duomo. Non solo, all’angolo della casa, come documentano le foto, “sorge” una perenne discarica alimentata probabilmente dai negozianti del quartiere e “invisibile” agli occhi degli operatori ecologici della ditta che espleta il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Una situazione di degrado vergognosa, davvero indegna per una città come Giarre, che vanta una storia culturale di tutto rispetto. Indegna soprattutto nei confronti della memoria del grande filosofo Michele Federico Sciacca, che nato a Giarre in provincia di Catania, il 12 luglio 1908, dove frequentò il liceo classico appassionandosi di filosofia, nel 1926 si trasferì a Napoli, nella cui università si laureò in filosofia, nel 1930, con Antonio Aliotta. Cominciò quindi la carriera universitaria e, nel 1946, fondò la rivista Il Giornale di Metafisica. Molto intenso fu il suo rapporto filosofico e di stima reciproca con Giovanni Gentile, un sodalizio testimoniato dalla fitta corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben presto Sciacca si allontanò, in particolare dal filone di pensiero idealistico, per condurre la sua propria ricerca filosofica in modo più ampio, tanto da condurlo a studiare per un certo periodo, grazie alle sue conoscenze pure in campo teologico, sia la corrente del misticismo cristiano che quella dello spiritualismo cristiano. Dal 1947, insegnò all'Università di Genova, che in seguito gli intitolò il proprio Dipartimento di Studi sulla Storia del Pensiero Europeo. A Genova morì nel 1975. Profondo conoscitore del pensiero del sacerdote e filosofo Antonio Rosmini, promotore della fondazione del ”Centro Internazionale di Studi Rosminiani“ di Stresa, Sciacca è una delle principali figure dello spiritualismo filosofico del Novecento. È sepolto presso il Sacro Monte di Domodossola, casa madre dei rosminiani, dove infatti riposano le spoglie di molti membri appartenuti alla congregazione. Nel liceo classico”Michele Amari” di Giarre, è stata posta una lapide a ricordo di un grande convegno internazionale di studi filosofici tenutosi il 22, 23, 24 febbraio 1980.

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