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Spaccio di droga, sequestrati beni per 300 mila euro a trafficante di Catania

L'interno dell'appartamento sequestrato

Sequestro di beni riconducibili a Michele Angelo Fichera, 52 anni, coinvolto in recenti procedimenti penali istruiti per spaccio di sostanze stupefacenti.

Su proposta di questa procura della Repubblica i finanzieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misura patrimoniale, emesso dal tribunale etneo, sezione misure di prevenzione, finalizzato al sequestro dei beni e delle disponibilità finanziarie dei beni direttamente o indirettamente riconducibili a Fichera e al suo nucleo familiare per un valore complessivo di circa 300 mila euro.

Sono stati posti sotto sequestro un’unità immobiliare di 84 metri quadri nel quartiere Villaggio Sant’Agata a Catania, un’autovettura e un motociclo. Michele Fichera è il genero di Orazio Musumeci, 30 anni, con numerosi precedenti penali per spaccio di stupefacenti commessi insieme a persone vicine al clan Laudani di Villaggio Sant’Agata.

Michele Fichera è stato raggiunto da una sentenza del tribunale di Ragusa che, nel gennaio di quest’anno, l’ha condannato a due anni e sei mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti commesso tra Catania e Modica nel 2016. Fichera è stato condotto in carcere. Secondo gli inquirenti l’uomo si sarebbe approvvigionato a Catania di cocaina, hashish ed eroina per poi cederle ad abituali spacciatori operanti nella città di Modica.

I militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Catania hanno avviato nei confronti di Fichera e dei componenti del nucleo familiare una mirata attività di analisi economica per verificare la coerenza del loro patrimonio e tenore di vita con i redditi dichiarati.

Le indagini patrimoniali hanno fatto emergere una ingiustificata sproporzione di circa 800 mila euro del valore delle acquisizioni mobiliari e immobiliari realizzate nell’ultimo ventennio dal nucleo familiare di Fichera rispetto alla quasi totale assenza di redditi dichiarati.

In virtù di tali elementi, la procura etnea ha quindi proposto e ottenuto dal tribunale di Catania il sequestro dei beni direttamente o indirettamente riconducibili a Fichera ed al suo nucleo familiare.

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