Un tentativo di rivolta da parte di alcuni detenuti è stato sedato in uno dei blocchi del carcere di Caltagirone. A scaturirlo sarebbe stata l'emergenza idrica che negli ultimi giorni ha portato a una carenza di acqua nell'istituto penitenziario calatino. A denunciare il fatto è stato il Sinappe, Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria, che ha condannato l'episodio: "Un'azione che fa riflettere - dice il Coordinatore Regionale del Sinappe, Rosario Mario Di Prima - non possono essere sottovalutati simili episodi che, accadono nei reparti a regime aperto. Il caso odierno ci fa molto riflettere perché perpetrato all’interno di un a casa circondariale dove il controllo della sicurezza è totale ma il numero dei reclusi a superato 500 unità". "L’episodio all’interno della casa circondariale di Caltagirone - continua Di Prima - è un segnale inconfutabile da parte di chi vorrebbe intimorire e sopraffare l’azione dello stato, determinato dall’insofferenza da parte di taluni detenuti alle regole penitenziarie. I problemi idrici del territorio calatino sono stati affrontati nei giorni scordi in seno all’Ats per la criticità di un Comune ma non è stato affrontato l ’incremento idrico in via definitiva per la Casa Circondariale di Caltagirone". "Riteniamo - conclude Di Prima - che la comunità calatina con il suo sindaco, Gino Ioppolo si dovrà fare carico del problema e emanare seri e urgenti provvedimenti determinanti per la risoluzione dei problemi idrici nella sua immediatezza. All’Amministrazione penitenziari, infine, è stata chiesta la possibilità di ridurre significativamente la popolazione detenuta sovradimensionata rispetto ai servizi da elargire agli stessi, al fine di evitare ulteriori problemi per l’ordine e la sicurezza".