Mentre prosegue lo scontro politico sui 47 migranti della Sea Watch, tra il ministro dell'Interno che si dice pronto a denunciare l'equipaggio della nave, continuano gli appelli delle Diocesi per consentire lo sbarco almeno dei minori. L'Opera Diocesana di Catania ha dato la sua disponibilità ad accogliere minori non accompagnati, cioè quelli senza genitori, una volta sbarcati. La Fondazione Oda fa sapere di potere assicurare alcuni posti letto in uno degli immobili di sua proprietà. “Non è nostra intenzione entrare nel dibattito politico – sottolinea Landi, il commissario straordinario della Fondazione Oda catanese -, né è il momento delle divisioni; su espressa richiesta dell’arcivescovo della Diocesi di Catania, mons. Salvatore Gristina, siamo pronti a fare la nostra parte, dando ricovero e assistenza, tramite il nostro personale specializzato, a chi ne ha bisogno. Lo abbiamo fatto con 45 cittadini di Zafferana Etnea, colpiti dal terremoto di Santo Stefano, cui abbiamo messo a disposizione il Villaggio Madonna degli Ulivi. Intendiamo farlo anche adesso, senza alcuna esitazione”. Come l'arcivescovo di Catania, anche il vescovo di Siracusa Salvatore Pappalardo, nelle scorse ore ha dato piena disponibilità ad accogliere i migranti di Sea Watch, che peraltro da ieri si trova al largo di Siracusa. "Posso solo dire che di fronte a persone che rischiano la vita, ognuno di noi, per la propria parte, si deve attivare per assicurare la migliore accoglienza e la salvaguardia della vita - ha detto monsignor Pappalardo -. Mi auguro che in alto loco si pensi in maniera corretta". Appelli, quelli dei due vescovi, che si allineano con le posizioni della Cei, che si è detta a sua volta disponibile, attraverso le Caritas, a farsi carico dei minori a bordo. "La nostra voce - ha dichiarato mons. Stefano Russo, segretario Cei - si unisce a quella della Chiesa di Siracusa, come pure di altre Istituzioni, Associazioni e Comunità impossibilitate a distogliere ancora lo sguardo da queste vittime".