Il gip del tribunale di Catania ha disposto l'archiviazione del procedimento nei confronti di Marcello Tavormina, capo squadra del corpo nazionale dei vigili del fuoco di Catania.
La squadra al comando del Tavormina era intervenuta in via Garibaldi a Catania nella serata del 20 marzo scorso per una segnalazione di un fuga di gas. Durante un sopralluogo era stata rilevata, all'interno di una bottega con doppio ingresso sulla via Garibaldi e sulla via Sacchero, la presenza di un uomo che aveva deciso di suicidarsi.
I vigili del fuoco forzarono la porta di accesso alla bottega, chiusa dall'esterno con un lucchetto. Durante queste manovre si è verificata una devastante esplosione che investì i vigili del fuoco intervenuti. Si ferirono Marcello Tavormina e Giuseppe Cannavò. Purtroppo morirono tre persone: Giuseppe Longo, 75 anni, e due pompieri, Dario Ambiamonte, di 40 anni, e Giorgio Grammatico, di 38 anni.
Tavormina è stato indagato, come atto dovuto, dalla Procura distrettuale di Catania per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Sono state avviate le indagini dalla procura della Repubblica di Catania, con l'ausilio della squadra mobile e del gabinetto regionale di polizia scientifica di Catania che hanno ricostruito l'accaduto.
Sono stati effettuati accertamenti di natura medico legale. Infine il professore titolare della cattedra di chimica industriale e tecnologia presso l'Università La Sapienza di Roma ha ricostruito le cause dell'esplosione. Dagli accertamenti si è potuto appurare che l'esplosione è stata innescata dall'interno dei locali e che le iniziative assunte dai vigili del fuoco intervenuti non hanno influito in alcun modo sull'esplosione.
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