Ha continuato a perseguitare la ex anche dopo un primo divieto di avvicinamento. Così la procura distrettuale della Repubblica ha chiesto e ottenuto la misura degli arresti domiciliari per S.F., di 28 anni, indagato per i reati di atti persecutori a Mascali. La donna è stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, trasferendosi in una struttura di accoglienza. L'uomo ha continuato per mesi a pedinarla e in più occasioni si è fatto consegnare il telefono cellulare per controllare se avesse una relazione. Nel tentativo di riprendere una vita normale, ha iniziato a frequentare una nuova persona e a quel punto è stata fatta oggetto di minacce esplicite, fino a non potersi sentire sicura neanche nella propria abitazione dove l’ex, in una circostanza, spalleggiato da due familiari, le suonò al citofono intimandole di far scendere in strada il fidanzato perché voleva ammazzarlo. E al diniego espresso della donna, che dichiarò di essere da sola, si vide danneggiare l’auto a calci, mentre uno dei parenti gli mostrava una pistola gridandole contro: "Devi andare via, sennò ti uccidiamo!". La donna ha denunciato quanto accaduto ai carabinieri ricomponendo un quadro probatorio a carico dell’indagato che non ha lasciato alcun dubbio al giudice che, accogliendo la richiesta del magistrato titolare dell’indagine, ha emesso la misura restrittiva.