Danni materiali per migliaia di euro, un danno morale e affettivo enorme per coloro che hanno visto le lapidi e le tombe dei propri cari vandalizzate, tutto questo scempio per guadagnare pochi euro. I vasetti portafiori che sono stati rubati in massa dal camposanto non sono, infatti, di prezioso rame, “l'oro rosso”, ma in ottone plastificato, quindi con un valore bassissimo sul mercato nero.
La razzia è stata effettuata nella notte tra giovedì e venerdì ed è stata scoperta all'alba di ieri, quando i custodi del cimitero sono entrati in servizio. Fiori e frammenti di marmo lasciati per terra, le evidenti tracce di una azione compiuta con violenza da più persone con il supporto di almeno un mezzo pesante posteggiato all'esterno, dove poter scaricare tutta la refurtiva.
Un'azione pianificata con attenzione, ma trascurando solo un fattore, per di più il più importante: il valore commerciale della merce rubata che non ripagherà «la banda del cimitero», forse la stessa che è già entrata in azione altre volte, in passato. Nei mesi scorsi, infatti, erano state rubate le coperture in rame di alcune cappelle di famiglia. Ad Aci Catena, insomma, il cimitero sembra essere terra di nessuno, solo in parte «coperto» dalle telecamere dell'impianto di videosorveglianza, che però non è presente nell'area vandalizzata l'altra notte.
L'articolo nell'edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia
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