Cinque persone hanno tentato di compiere un furto all’interno di un capannone, a Carruba di Giarre, in cui erano custoditi liquori e bevande alcoliche ma sono stati fermati dalla polizia.
Si tratta di Orazio Giovanni Signorelli, Giuseppe Zappalà, in atto sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, Santo Ravasco attualmente ai domiciliari, Rosario Puglisi e Gioacchino Orazio Palazzolo.
Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di tentato furto aggravato,. Ravasco è accusato anche di evasione e Zappalà dell’inosservanza degli obblighi inerenti la misura della Sorveglianza Speciale.
La Squadra Mobile catanese ha appreso che, nella serata dell’8 maggio, Signorelli, con precedenti penali per reati contro il patrimonio, insieme ad un gruppo di altri soggetti pregiudicati, avrebbe dovuto commettere un furto all’interno del capannone in cui erano custoditi liquori e bevande alcoliche.
Il personale della Sezione Rapine e della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso ha predisposto un mirato servizio di osservazione che consentiva di monitorare sia il perimetro dello stabilimento sia le possibili vie di fuga che gli autori avrebbero potuto percorrere per scappare.
Nel corso dell’osservazione, si è notato Signorelli arrivare in auto con a bordo altri quattro soggetti sconosciuti, vestiti di scuro, con guanti e berretto e muniti di zaini. Scesi dall’auto, la vettura ha ripreso la marcia, allontanandosi.
I quattro sono entrati all'interno del capannone. Dopo alcune ore, in cui si udivano provenire dall’interno rumori di flex e colpi di martello, è scattato il sistema di allarme dello stabilimento che ha messo in fuga i quattro.
All’esterno del capannone, gli agenti hanno continuato il pedinamento a distanza dell'auto guidata da Signorelli che dopo aver ripreso i 4 è ripartita ad alta velocità.
La polizia ha fermato il veicolo e gli occupanti sono stati tutti identificati. I cinque fermati, sottoposti a perquisizione, sono stati trovati in possesso di diversi arnesi finalizzati allo scasso e telefoni cellulari utilizzati per mettersi in contatto tra loro..
Il personale della Squadra Mobile ha successivamente constatato che Ravasco era sottoposto alla misura degli areresti domiciliari, mentre Zappalà risultava gravato dalla misura della Sorveglianza Speciale.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria, a Signorelli, Ravasco, Puglisi e Palazzolo è stata applicata la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, mentre a Zappalà la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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