Ci sarebbe una storia di omosessualità e ricatti in sacrestia dietro l'arresto del pianista internazionale Gianfranco Pappalardo Fiumara, fermato giovedì scorso in un blitz dei carabinieri nella canonica della chiesa San Matteo di Trepunti di Giarre e da domenica agli arresti domiciliari. È l'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Carlo Cannella a offrire uno spaccato che ha come protagonista il pianista e un parroco della chiesa. La storia a luci rosse nasce un paio di mesi fa, a giudicare dal racconto del prete ai carabinieri della stazione di Santa Venerina il 31 maggio. Il religioso era terrorizzato che il suo 'amante' denunciasse la relazione omosessuale al vescovo di Acireale Raspanti e ha messo nero su bianco una dettagliata querela. Il pianista, secondo il racconto, avrebbe chiesto al sacerdote, per le sue prestazioni, 50 euro la prima volta, la seconda duemila e la terza cinquecento, sempre con la minaccia di consegnare al vescovo le foto e i video del loro rapporto omosessuale. L'ultima richiesta di denaro, 5 mila euro, sarebbe stato l'epilogo della storia tra il pianista e il prete. Giovedì i carabinieri, fingendosi fedeli in preghiera, hanno fatto scattare le manette per il pianista e gli arresti domiciliari. Secondo il gip sarebbe giusta l'accusa di estorsione per Fiumara ma non sarebbe "rilevante penalmente" il rapporto omosessuale tra i due in quanto "condiviso e voluto". (AGI)