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Chiusura del Cara di Mineo, si preparano le proteste

Si avvicina la scadenza della chiusura totale del Centro accoglienza richiedenti asilo, più volte confermata dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per luglio. Si conclude così quasi un decennio di ricchezza, ma anche di problemi di ordine pubblico, per il comune calatino, che negli anni migliori del business dell'accoglienza ha visto in modo più o meno diretto i benefici di circa 100 milioni di euro l'anno di forniture e servizi e centinaia di posti, seppur precari, per l'assistenza da parte delle varie cooperative impegnate.

Ma, adesso, si rischia la desertificazione e una doppia penalizzazione del territorio e della comunità locale. Per questo motivi domani, alle ore 19, si terrà un incontro in via Ducezio 21, per discutere sul futuro degli ex lavoratori del Cara.

A questa prima assemblea, organizzata dai Circoli «Rosario Pepe» di Mineo e «Don Luigi Sturzo» di Caltagirone, seguirà un secondo incontro il 27 giugno a Caltagirone. Le due assemblee sono finalizzate alla programmazione di una nuova mobilitazione a sostegno delle proposte già avanzate dal comitato «Emergenza Calatino 2019», a cominciare dall'istituzione di un bacino occupazionale a favore degli ex lavoratori del Cara di Mineo e dell'inserimento del territorio nella perimetrazione della Zona Economica Speciale, che sta per essere definita dalla Regione siciliana.

L'articolo nell'edizione della Sicilia Orientale del Giornale di Sicilia

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