Notificato a Torino dai carabinieri di una stazione locale un avviso di garanzia ad Emilio Coveri, responsabile di Exit Italia, associazione che promuove il diritto all'eutanasia. Ad emettere il provvedimento la procura di Catania in seguito al caso di una donna di Paternò, in provincia di Catania. Stando alla ricostruzione effettuata, la donna, insegnante di 46 anni, soffriva di depressione e una nevralgia cronica, la sindrome di Eagle. È deceduta lo scorso 27 marzo, dopo essersi recata in una clinica svizzera che pratica il suicidio assistito. La struttura si trova nei pressi di Zurigo ed è riconducibile alla clinica Dignitas, che risulta in contatto con l'associazione Exit Italia. Non è ancora chiaro se il reato ipotizzato dagli inquirenti è "l'omicidio del consenziente" o se, come è più probabile, si tratta di "aiuto al suicidio". "Me lo aspettavo - ha detto Coveri alla notizia dell'avviso di garanzia. Ora mi onoro di essere indagato come Marco Cappato. Anche se io, a differenza sua, non ho fatto proprio nulla di eroico". Cappato è il politico e attivista dei radicali che nel 2017 portò il Dj Fabo da Milano a Zurigo per l'ottenimento dell'eutanasia. "Un eroe - dichiara il responsabile di Exit Italia - che ha compiuto un gesto d'amore e compassione e poi si è autodenunciato. Ho immediatamente pensato a lui". E aggiunge: "Ci rimane il fatto che tutti noi che crediamo veramente in quel diritto di libera scelta che ci stanno negando, siamo amareggiati: la politica, invece di discutere una normativa di legge sull'eutanasia e suicidio assistito in Italia, pensa soltanto a litigare per le solite sporche e ormai vetuste ideologie".