Purtroppo quello che è successo oggi a Catania, con la morte del piccolo di 2 anni dimenticato in auto dal padre, non è la prima tragedia del genere nel capoluogo etneo. Identiche le modalità di una fatale distrazione che aveva avuto come protagonista un tecnico della Sgs Thompson, una fabbrica di microelettronica che aveva lo stabilimento nella zona industriale di Catania. L’uomo era precipitato nell’infermo della disperazione nell’afoso pomeriggio del 3 luglio 1998. Catania era stretta da un caldo asfissiante. La temperatura aveva superato i 40 gradi per il torrido vento di scirocco giunto dall’Africa. L’uomo era uscito con la sua Fiat Punto per accompagnare in asilo il figlio di 20 mesi appena, rannicchiato nel suo seggiolino, prima di presentarsi negli uffici della Sgs Thompson. Era un percorso sempre uguale che seguiva ogni giorno quasi a memoria. Ma quella mattina, invece di passare dall’asilo, che non era lontano da casa, aveva subito puntato verso il suo posto di lavoro. Arrivato con un insolito anticipo sul parcheggio dell’azienda, aveva chiuso a chiave l’auto ed era salito in ufficio. La temperatura era rapidamente salita fino a trasformare l’abitacolo in una gabbia torrida che al piccolo, rimasto sul seggiolino per sette ore, non aveva più lasciato scampo.