Catania

Venerdì 18 Ottobre 2024

Omicidio Di Cavolo, arrestati due uomini accusati del delitto a Ramacca

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Emanuele Pasquale Di Cavolo, 35enne, il cui cadavere venne ritrovato a Ramacca il 20 gennaio del 2018. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania, su delega della Procura Distrettuale, hanno arrestato due uomini, Antonino Barbagallo di 43 anni e Samuele Cannavò di 22 anni, entrambi di Paternò e attualmente in carcere. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. I due devono rispondere di concorso in omicidio, porto e detenzione illegale di arma comune da sparo, con l’aggravante di aver agito con premeditazione e con crudeltà e di aver commesso il fatto al fine di agevolare il clan “Laudani” ed in particolare i “Mussi i ficurinia”, gruppo che fa capo a Salvatore Rapisarda, attualmente detenuto al regime del 41 bis. Dalle indagini erano emersi rapporti di frequentazione tra la vittima ed alcuni esponenti del clan monitorato, tra i quali gli arrestati Barbagallo e Cannavò. Sono stati ricostruiti gli ultimi giorni di vita della vittima e i rapporti con gli altri affiliati, i quali, prima dell’omicidio, avevano manifestato malcontento su Di Cavolo ritenuto inaffidabile, a causa della sua loquacità e di denigrare gli appartenenti al gruppo criminale. Per quest, secondo le indagini, si è deciso di uccidere il 35enne. Barbagallo e Cannavò avrebbero prima sparato a Di Cavolo e poi colpito più volte e violentemente con pietre il viso, al punto da renderne irriconoscibili i tratti somatici. Dalle indagini balistiche è poi emerso che la pistola utilizzata per l’omicidio era già stata utilizzata in occasione di una tentata rapina consumata il 30 dicembre 2017 ai danni dei titolari di un distributore di carburante di Paternò. Il provvedimento restrittivo è stato notificato ad entrambi gli indagati in carcere in quanto essi sono detenuti dal 19 giugno 2018 perché colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa  dal G.I.P. nel citato procedimento “En Plein 2”, che ha portato alla cattura di 19 appartenenti alla componente del clan Laudani operante nel territorio di Paternò, tutti chiamati a rispondere di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, tentata rapina, porto abusivo e detenzione illegale di armi.

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