Un'operazione corposa con 70 misure di custodia cautelare a Torino, Reggio Calabria, Milano e Catania per associazione mafiosa e traffico internazionale di droga.
Una ramificazione dell'ndrangheta in Piemonte è stata decapitata questa mattina dai carabinieri del comando provinciale e della guardia di finanza di Torino nel corso dell'operazione «Cerbero».
Tra i coinvolti c'è pure Roberto Ferlito, di 43 anni, figlio del boss Alfio Ferlito, assassinato nel giugno del 1982 alla circonvallazione di Palermo. Con lui sono stati arrestati pure i catanesi Giuseppe e Alfio Maggiore rispettivamente di 54 e 32 anni e Antonino Ferlito di 44 anni. Sono accusati di traffico di droga.
I quattro sono stati arrestati a Catania dai carabinieri del comando provinciale etneo: i militari della squadra lupi hanno rinvenuto e sequestrato in casa di Antonio Roberto Ferlito, oltre 8.500 euro nonchè un orologio Rolex GMT Master in oro e acciaio.
.Ndr, che ha causato anche le morti dei carabinieri della scorta Salvatore Raiti, Silvano Franzolin e Luigi Di Barca e dell’autista Giuseppe Di Lavore.
Era il 1982 anno sanguinoso per Palermo che vide cadere per mano mafiosa uomini del calibro di Pio La Torre, Rosario Di Salvo e Carlo Alberto Dalla Chiesa. Le ragioni della strage vanno ricercate proprio nel ruolo del boss Alfio Ferlito, una delle più potenti figure della mafia catanese insieme al suo più grande nemico Nitto Santapaola. L'alleanza tra Santapaola e Totò Riina, portò alla strage per mano dei Corleonesi.
Centinaia i colpi di kalashnikov che furono sparati. Grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti, si è poi dato un nome ai killer che spararono: Francesco Paolo Anzelmo, Calogero Ganci, Salvatore Cucuzza, tutti e tre poi pentiti, e i boss Antonino Madonia, Antonino Lucchese e Giuseppe Greco “Scarpuzzedda“, ucciso alcuni anni dopo.
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