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Da Paternò in Svizzera per l'eutanasia, chiesto rinvio a giudizio per presidente Exit

Una richiesta di rinvio a giudizio per istigazione al suicidio ha raggiunto Emilio Coveri, 70 anni, torinese, presidente dell’associazione Exit Italia. A parlarne, in una nota, è il medico Silvio Viale, che cita come fonte il settimanale 'Panorama'.

Il procedimento giudiziario è gestito dalla procura di Catania e riguarda il caso di Alessandra, una quarantaseienne siciliana che lo scorso marzo si è lasciata volontariamente togliere la vita in una clinica svizzera, la Dignitas. Exit è un’associazione che da anni propugna «il diritto delle persone a una morte dignitosa» e a «scegliere per sé».

«Secondo la richiesta della procura - scrive Viale - Emilio Coveri avrebbe determinato o comunque rafforzato il proposito di Alessandra. Come responsabile scientifico di Exit-Italia esprimo stupore per questa richiesta. Sono certo che il confronto tra Emilio e Alessandra sia stato nei limiti del dibattito su eutanasia e suicidio assistito tra i nostri soci, per cui Alessandra ha deciso in autonomia con piena autodeterminazione tempi e modi del propria morte. Peraltro le informazioni sulle procedure di Dignitas sono disponibili in italiano sul loro sito».

«E' la prima volta - osserva ancora Viale - che Exit-Italia viene coinvolta direttamente. Noi speriamo che questa vicenda, come quelle di DJ Fabo, Davide Trentini, Daniela Cesarini, Pietro D’Amico e Oriella Cazzanello possa contribuire affinché ci possa essere anche in Italia una buona legge su eutanasia e suicidio assistito».

(ANSA)

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