Fine indagine nell’inchiesta sul dissesto del Comune di Catania: la Guardia di finanza ha notificato l’avviso di fine indagine nei confronti di 36 persone nell’ambito di una inchiesta per falso in bilancio nell’ente dal 2013 al 2018. Tra gli indagati l’ex sindaco Enzo Bianco e componenti delle sue giunte amministrative. Agli atti della inchiesta anche la relazione della Corte dei conti che ha portato al dissesto finanziario. Secondo la Guardia di finanza «nell’esercizio delle proprie funzioni», gli indagati avrebbero nel 2013 «attestato falsamente fatti dei quali gli atti pubblici predetti erano destinati a provare la verità. In particolare, mendacemente, attestavano previsioni di entrata per il 2013 dolosamente sovrastimate e previsioni di spesa scientemente sottostimate (nella effettiva consapevolezza di un più elevato ammontare di debiti dell’ente in particolare con riguardo al contratto di servizio con la partecipata Amt avendo stanziato una previsione di spesa inferiore a quella contrattualmente stabilita), altresì integrando omissioni in merito al riconoscimento e all’iscrizione di debiti fuori bilancio dei quali erano a conoscenza, in quanto maturati negli esercizi precedenti». Tra gli indagati, oltre all’ex sindaco Enzo Bianco, diversi ex assessori: Luigi Bosco, Orazio Licandro, Angela Mazzola, Marco Consoli, Giuseppe Girlando, Rosario D’Agata, Fiorentino Trojano, Salvo Di Salvo, Michele Giorgianni, Valentina Scialfa, Angelo Villari, Agatino Lombardo, Fortunato Parisi, Salvatore Andò, Maria Mastrandrea nonchè i revisori dei conti Carlo Cittadino, Natale Strano, Fabio Sciuto e Massimiliano Lo Certo. Indagati anche il ragioniere generale Ettore De Salvo, e i dirigenti Pietro Belfiore, Salvatore Nicotra, Alessandro Mangani, Angelo Greco, Orazio Palmeri, Roberto Politano, Maurizio Lanza, Giorgio Santonocito, Massimo Rosso, Maurizio Trainiti, Maria Mastrandrea, Clara Leonardi, Francesco Battaglia, Stefano Sorbino, Francesco Gullotta, Salvatore Nicotra e Marco Petino. «Tante volte in questi anni ho manifestato pubblicamente il più grande rispetto e la massima fiducia nel lavoro della magistratura. E tutte le volte ho avuto riconosciuta la piena legittimità dei miei comportamenti. Lo ribadisco anche oggi, serenamente": è la replica dell’ex sindaco di Catania Enzo Bianco. «Si tratta di un’indagine dovuta dopo la dichiarazione di dissesto. Sono certo - aggiunge che dimostreremo la nostra piena correttezza rispetto a come abbiamo affrontato la piu grave crisi finanziaria nella storia di Catania. Nel 2013, infatti, ereditammo una città martoriata dal buco di bilancio nato sotto le precedenti Amministrazioni Scapagnini e Stancanelli. Quando mi sono insediato nel luglio 2013 il Comune era già dal 2012 in predissesto - cioè tecnicamente in dissesto - con un piano di rientro per ripianare l’enorme debito accumulato, approvato dalla precedente amministrazione. Avrei potuto dichiarare subito io stesso il dissesto, scaricando ogni responsabilità. Molti me lo chiedevano. Ma ho evitato di farlo per amore della città e per tutelare i cittadini e le imprese catanesi». Per 5 anni, dunque, «abbiamo evitato il dissesto e di questo sono orgoglioso. Eravamo e siamo convinti che avrebbe causato enormi problemi alla città, alla sua vita amministrativa, ai cittadini, a chi soffre e non puo avere un sostegno dal Comune. Quei problemi che adesso si stanno drammaticamente manifestando, dopo la dichiarazione di dissesto avvenuta un anno fa. Avremo modo di rispondere puntualmente alle singole contestazioni, punto per punto, ciascuno per la propria responsabilità. Come abbiamo sempre fatto. Orgogliosi di avere servito le istituzioni sempre con impegno ed onestà riconosciuti. Ma naturalmente con un pò di amarezza, questa volta»