I corpi di due uomini uccisi a colpi di fucile sono stati trovati nelle campagne di contrada Xirumi, nella Piana di Catania, tra le province di Siracusa e del capoluogo etneo. Il duplice omicidio sarebbe collegato al ferimento del 36enne ricoverato in gravissime condizioni di salute al Garibaldi Catania con un colpo di fucile all’addome.
A sparare ai tre sarebbe stata la stessa persona. La polizia, che indaga, al momento esclude l’ipotesi mafia. Maggiormente accreditata è la pista della criminalità agricola. Le vittime sono Massimo Casella, di 47 anni, e Agatino Saraniti, di 19. I due corpi sono stati rinvenuti a poche centinaia di metri l’uno dall’altro da familiari che li stavano cercando perché la notte scorsa non avevano fatto rientro a casa.
Secondo una prima ricostruzione a sparare ai tre uomini - i due deceduti e il terzo rimasto ferito, Gregorio Signorelli, di 36 anni - sarebbe stata la stessa persona con la stessa arma: un fucile da caccia. Per la squadra mobile di Catania, che indaga, la sparatoria potrebbe essere maturata nell’ambito di contrasti nel settore agricolo. Resta esclusa la pista della criminalità organizzata.
Signorelli è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico anche a un polso per avere utilizzato la mano a mò di difesa istintiva a protezione dalla fucilata. E’ ricoverato con la prognosi riservata ed è ritenuto in gravi condizioni.
Da lui sono partite le indagini della polizia che hanno avuto un’ulteriore svolta da una telefonata arrivata ai carabinieri della compagnia di Augusta, nel Siracusano: ci sono due cadaveri nelle campagne di Xirumi, in territorio di Lentini.
Sono stati gli stessi familiari di Casella e Saraniti a trovare i corpi e ad avvisare i militari dell’Arma. Si erano allarmati per il mancato rientro a casa e si erano messi alla loro ricerca, facendo la drammatica scoperta.
Sul posto la squadra mobile di Catania e la polizia scientifica che segna anche le tracce di sangue trovate su una stretta strada asfaltata. lavorano grazie alle luci generate da gruppi elettrogeni dei vigili del fuoco. Arriva anche il sostituto procuratore di Siracusa, Andrea Palmieri, per fare un primo punto sulle indagini e poi torna al Palazzo di giustizia, dove si continua a lavorare, come a Catania, per arrivare a una svolta nella sparatoria in tempi brevi.
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