È siciliana l'esperta che dirige il team delle Asl venete coinvolte nell'epidemia di coronovirus. Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione e Sanità pubblica della Regione Veneto, è nata a Maletto e dopo aver studiato a Catania, nel 1997 ha assunto il ruolo di Dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda ULSS 4 Alto Vicentino.
In questi giorni la dottoressa Russo è a lavoro con il team di medici dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle Asl: "Ad oggi - ha spiegato - per le informazioni che abbiamo, in base all'indagine di tipo epidemiologico che sul territorio è stata svolta, non ci sembra che ci sia una stretta correlazione fra Vo' e i casi che ci sono in Lombardia".
"Non credo ci sia stato un uso sbagliato dei tamponi. Non lo credo perché abbiamo seguito le indicazioni delle circolari che il ministero ha mandato a tutte le Regioni", ha poi aggiunto, sottolineando che "una volta individuati i casi, che abbiamo individuato solo perché abbiamo fatto una diagnosi differenziale in pazienti che non avevano il criterio epidemiologico, abbiamo naturalmente proseguito con la ricerca e il rintraccio dei contatti così come ci chiede il Ministero. Non era ancora chiaro se anche ai soggetti asintomatici dovessero essere fatti i tamponi, e quindi li abbiamo fatti".
L'altro ieri, ha ricordato, "il Ministero ha mandato delle precisazioni e quindi abbiamo cominciato a procedere alla stesura di una flow-chart che identifichi l'utilizzo del tampone per i soggetti che presentano sintomi, seguendo la nuova definizione di caso che il ministero ha incluso nella circolare del 22 febbraio".
Il team della dottoressa Russo ritiene "che il virus circolasse sotto traccia da tempo, insieme con il normale virus influenzale. Nei soggetti debilitati, però, ha provocato polmoniti" e sottolinea che "può essere stato portato in Italia da chiunque quindi essendo presente anche negli asintomatici, cioè in persone che stanno bene e non hanno tosse o febbre, non c'erano misure realistiche per proteggere il Paese dall'epidemia".
Sul paziente zero è certa: "Non sappiamo chi sia: può essere uno straniero di passaggio oppure un italiano di rientro dall'estero."
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