L'Etna non si ferma: nuova fontana di lava dal cratere Sud-Est, pioggia di cenere anche su Catania
Continua l’attività dell’Etna con una fontana di lava dal cratere di Sud-Est e con l’emissione di una nube eruttiva che si è trasformata in 'pioggia' di cenere lavica caduta copiosa anche su Catania. La nuova fase è stata preceduta da una intensa attività stromboliana e dall’emissione di un trabocco lavico dal fianco meridionale della 'boccà che si propaga in direzione della Valle del Bove. Secondo quanto riferito dall’Ingv di Catania, l’istituto nazionale di geofisica e vulcnologia, l’ampiezza media del tremore vulcanico dopo aver raggiunto il valore massimo alle 14.20, ha subito una rapida diminuzione riportandosi nel livello medio. L’eruzione sull'Etna non ha avuto alcun impatto, al momento, sull'operatività dell’aeroporto Fontanarossa di Catania. "Dal 16 febbraio e tranne che per pochi periodi l’Etna non ha dato tregua con eruzioni spettacoli e con emissione di cenere e lapilli che continuano a preoccupare gli agricoltori della zona". Lo rileva Coldiretti Sicilia in relazione all’eruzione e alla cenere caduta oggi anche Catania oltre che nei paesi pedemontani. "Per questo – aggiunge Coldiretti Sicilia – è ormai indispensabile l’istituzione di una vera “comunità etnea” che preveda norme ad hoc per chi è costretto a subire ormai periodicamente i danni della cenere. Oltre ai vivai dove nei mesi scorsi i lapilli hanno anche perforato le strutture, intere piantagioni di ortaggi destinati anche quarta gamma sono state eliminate. Ai danni alle coltivazioni si aggiungono i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo o alle pulizia delle strade rurali, in molte zone la terra è stata sommersa da una coltre nera. Siamo di fronte a dei cambiamenti anche del vulcano – sottolinea Coldiretti Sicilia – e quindi bisogna avviare anche un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. Per pulire le strutture e le coltivazioni serve tempo, acqua e quindi l’impiego massiccio di manodopera".