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Tetraplegico morto in casa a Grammichele, la madre resta in carcere

La donna, una romena di 45 anni, in passato era stata già denunciata per lo stesso reato - abbandono di minore - in concorso col marito, poi deceduto anni fa

Il gip del tribunale di Caltagirone ha convalidato il fermo della procura nei confronti della donna romena di 45 anni, accusata di avere abbandonato il proprio figlio tetraplegico morto in seguito a circostanze poco chiare nella loro casa di Grammichele.

Il giudice dell’udienza preliminare ha anche emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere: la donna, cui viene contestato il reato di abbandono di minore aggravato, resta reclusa nell’ala femminile del carcere di piazza Lanza, in isolamento fiduciario per via delle restrizioni carcerarie anti-Covid.

La madre si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Difesa dall’avvocato Andrea Scollo, ha deciso su indicazione del legale di non rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari Giuseppe Tigano, presente anche il pubblico ministero del tribunale di Caltagirone Samuela Maria Lo Martire che ha deciso per il fermo di indiziato di delitto della donna.

Il provvedimento era scaturito dall’interrogatorio di Irina: ai carabinieri che avevano scoperto il corpo senza vita del figlio con un grave handicap, aveva fornito una versione dei fatti discordante dalla realtà, cadendo più volte in contraddizione.

Sono state poi le risultanze del medico legale Rosario Polito che ha scoperto delle vistose scottature sul corpo esanime del ragazzino a ipotizzare delle responsabilità della donna a tal punto da far scattare il fermo della romena.

Una donna che in passato era stata già denunciata per lo stesso reato - abbandono di minore - in concorso con il marito deceduto anni fa. E’ attesa per le prossime ore la decisione del gip se confermare il fermo e tramutarlo in arresto e l’eventuale emissione di ordinanza cautelare.

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