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Catania, il commercialista assolto dopo 16 anni: "Il dolore resta nelle carni"

Parla Santo Giammona. Era stato arrestato nel 2005 per concorso in estorsione e partecipazione ad associazione mafiosa. La sentenza che gli restituisce l'onore è diventata irrevocabile. Aveva 64 anni, oggi ne ha 80

Il Palazzo di giustizia di Reggio Calabria

«La Giustizia esiste, ma il dolore resta inciso nelle carni». Così il ragioniere commercialista Santo Giammona, di 80 anni, commenta la sentenza di revisione pronunciata a marzo - e adesso divenuta irrevocabile - dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, che lo ha assolto, sancendo che non è un affiliato di Cosa Nostra.

Giammona era stato arrestato a Catania la notte del 7 luglio 2005 per concorso in estorsione aggravata e partecipazione all’associazione mafiosa. Il Tribunale della Libertà aveva annullato l’ordinanza di custodia con due procedimenti distinti: uno per l’associazione mafiosa, legata secondo l’accusa a Francesco La Rocca, davanti al Tribunale di Caltagirone, e l'altro per l'estorsione a Catania. Il Collegio calatino aveva condannato Giammona alla pena di otto anni di reclusione, confermata dalla Corte di Appello catanese. Il Tribunale di Catania aveva invece assolto Giammona dal reato di estorsione. La Corte di Appello, però, aveva ribaltato, il 9 giugno 2011, l’assoluzione in condanna a 12 anni. Poi, a seguito di annullamento disposto dalla Corte di Cassazione, era stata sancita la definitiva assoluzione del ragioniere per il reato di estorsione ai danni di un suo cliente. La sentenza ha stabilito che il professionista aveva agito nell’interesse della vittima: Giammona, in sostanza, era stato incaricato dall’imprenditore, titolare di una catena di supermercati, di pagare i mafiosi.

La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania ha sempre respinto le richieste della Procura di natura personale e patrimoniale. Giammona, divenuta definitiva la condanna per mafia, ha scontato, in ragione della concessione del beneficio della liberazione anticipata, la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione, parte in carcere e parte in regime di detenzione domiciliare per gravi malattie che lo avevano reso anche non vedente. Dopo le nuove dichiarazioni di collaboratori di giustizia e la sentenza assolutoria per il delitto di estorsione, Santo Giammona ha presentato istanza di revisione davanti alla Corte di Appello di Messina, ma la domanda è stata rigettata. La Corte di Cassazione ha annullato il provvedimento dei magistrati messinesi e investito la Corte di Appello di Reggio Calabria che, in accoglimento degli argomenti prospettati dagli avvocati Maria Donata Licata e Vincenzo Mellia del Foro di Catania, ha statuito, definitivamente, l’innocenza dell’anziano commercialista.

«Questi, inutile a dirsi - sottolineano i suoi legali - ha perduto tutto: libertà, salute, studio professionale ed estimazione sociale. Adesso, vinto dagli anni e dalle malattie, la giustizia gli ha però restituito la dignità».

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