È slittata la prevista sentenza del processo per omicidio, che si celebra col rito abbreviato davanti al gup Carla Valenti, ad Agatino Scalisi, uno dei barellieri imputati nell’ambito dell’inchiesta «Ambulanza delle morte» della Procura di Catania. Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 25 novembre per sentire sulla vicenda i familiari della vittima, che non sono parti civili del processo.
Nella scorsa udienza il pm Andrea Bonomo ha chiesto la condanna a 30 anni dell’imputato, mentre il difensore di Agatino Scalisi, l’avvocato Antonino Tomaselli ha sollecitato «l'assoluzione per manifesta innocenza» del suo assistito, al quale è contestato un omicidio.
Col rito ordinario, che paradossalmente col Covid ha avuto un iter più veloce dell’abbreviato, il 20 maggio scorso la prima Corte d’assise di Catania ha condannato all’ergastolo Davide Garofalo, 46 anni, per omicidio aggravato e estorsione aggravata dal metodo. Era accusato di avere ucciso, tra il 2014 e il 2016, tre persone. Il suo legale, l’avvocato Salvo Liotta, sta già preparando il ricorso alla Corte d’assise d’appello. Le vittime erano pazienti gravi a cui, secondo, l’accusa, avrebbe iniettato aria nelle vene per causarne il decesso.
L'inchiesta della Procura di Catania era scaturita da un servizio de «Le Iene». La tecnica, contesta l’accusa, era quella di iniettare a pazienti terminali un’iniezione d’aria nelle vene, nel tragitto su ambulanze private dall’ospedale a casa, procurando il loro decesso per embolia gassosa e sostenendo che erano morti per cause naturali. Obiettivo guadagnare i 200-300 euro di «regalo» che la famiglia gli avrebbe dato per la «vestizione» della salma. Soldi che sarebbero stati poi divisi con i clan mafiosi di Biancavilla e Adrano. Sul caso hanno indagato i carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale di Catania.
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