Dopo la buona riuscita della prima edizione torna il progetto «Volontari per l’Educazione», promosso dall’associazione Save the Children in collaborazione con la Conferenza dei rettori delle Università italiane, che vede gli studenti universitari diventare tutor di bambini e scolari in Dad.
Durante la pandemia 43 tra studenti e studentesse dell’Università di Catania hanno partecipato lo scorso anno al progetto. L'iniziativa che ha permesso di supportare nello studio on line, in poco più di dieci mesi, più di 1.500 tra bambini e ragazzi in tutta Italia. Il Covid-19 ha infatti provocato una grave crisi educativa che oggi colpisce le bambine, i bambini e gli adolescenti, in particolare coloro che vivono nei contesti più svantaggiati. Con la chiusura delle scuole e le difficoltà della didattica a distanza, conseguenti alle restrizioni emergenziali dovute alla pandemia, le diseguaglianze educative si sono infatti drammaticamente ampliate mentre la povertà assoluta minorile nel 2020 ha colpito più di un milione e trecentomila bambini, bambine e adolescenti, duecentomila in più rispetto all’anno precedente.
Grazie al progetto di Save the Children e Crui, i giovani universitari sono stati coinvolti in un’esperienza di volontariato che ha consentito di realizzare un effettivo service learning di grande valore formativo, arrivando anche a rappresentare, per i bambini e gli adolescenti seguiti, un modello di riferimento significativo per orientare le loro scelte future.
Un primo bilancio del progetto è stato tracciato stamattina nella sede del Politecnico di Milano, in occasione del convegno dal titolo “L’impegno delle Università nel contrasto alla povertà educativa. L’esperienza dei Volontari per l’Educazione”, che è servito anche a rilanciare il programma in occasione dell’inizio del nuovo anno accademico, con l’obiettivo di supportare sempre più bambini e ragazzi.
«In questa sede è anche emerso che l’Università di Catania si è posizionata tra i primi quindici atenei a livello italiano per numero di adesioni da parte degli studenti che hanno operato come tutor– riferisce la professoressa Roberta Piazza, referente del progetto per l’ateneo catanese -. Per gli atenei, inoltre, la promozione del volontariato educativo è una opportunità di mettere in atto la “terza missione” di impegno nei confronti delle comunità di appartenenza».
«Nelle prossime settimane - aggiunge la docente - verrà attivata una call per invitare i nostri studenti a partecipare alla nuova edizione del progetto, e stiamo pensando di chiedere a qualcuno di loro che ha già partecipato di fare da testimonial per promuovere l’adesione dei propri colleghi».
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