Un alto pennacchio levatosi stamattina dall'Etna dopo un lungo periodo di tregua, e ben visibile perfino dalla Calabria ha allarmato le popolazioni pedemontane neI timore di una nuova emissione di tephla. Si è trattato tuttavia di un evento che potrebbe rientrare nella normale attività del vulcano più grande d'Europa e il secondo più attivo del mondo. Come conferma il vulcanologo Marco Neri, primo ricercatore dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia(INGV) di Catania. "il tremore armonico è stazionario su livelli medi. Ho osservato anche io i pennacchi di gas che si elevano dalla cima dell'Etna questa mattina, ben visibili per l'assenza di nubi. Una parte cospicua proviene certamente dalla fuoriuscita di gas dalle bocche sommitali, in particolare sembra dalla Bocca Nuova. Altre nubi, però, si concentrano nella zona dove si sono depositati i campi lavici delle scorse settimane, soprattutto a ridosso del Cratere di Sud-Est". Secondo l'esperto, questa volta non ci sarebbe molto da temere: "La mia impressione, che però si dovrebbe verificare sul campo, è che si tratti della combinazione di un fattore atmosferico (aria umida e fredda, ndr) unito alla temperatura del suolo, che da quelle parti è più elevata che altrove". In questo momento la parte sommitale è nuovamente coperta da una fitta coltre di nubi che impediscono una chiara visione. La situazione è costantemente monitorata dagli strumenti dell'Osservatorio etneo dell'Ingv.