La spedizione di un ingente carico di stupefacenti, precisamente cocaina, dal Paraguay all’Italia salta perché al pilota dell’areo privato scelto per il trasferimento è scaduta la licenza di volo e coloro che per conto dei committenti albanesi stanno organizzando il viaggio temono per la vita propria e dei loro familiari. Hanno vissuto giorni d’inferno i componenti della diramazione italiana guidata da Alberto Eros Amato, 45 anni, di Grammichele, in provincia di Catania, titolare occulto di una società svizzera di trasporto merci, la Gps spa Global Aviaton Supplier che su incarico degli albanesi curava l’importazione della droga in Italia con voli privati.
Il volo ad Asuncion col falso tampone molecolare
Venerdì scorso una banda di narcotrafficanti è stata sgominata dal Gico della Guardia di Finanza di Napoli e Salerno che hanno eseguito undici arresti. Per organizzare la spedizione un componente la banda degli italiani si reca in tutta fretta ad Asuncion in aereo utilizzando un falso attestato di tampone molecolare covid-19. Ma, alla fine, è costretto a rientrare. Amato è costretto a subire forti pressioni da un elemento di vertice dall’organizzazione albanese committente (guidata da un personaggio il cui nome in codice è Zeus) che si fa chiamare con il nome in codice «Ronaldo», a sua volta in contatto con i fornitori di cocaina ai quali avrebbe dovuto comunque pagare un milione e mezzo di euro anche in caso di annullamento dell’ordine. Dal Sud America i fornitori, particolarmente organizzati, riescono a sapere addirittura che il trasferimento della droga non ci sarà perché non esiste un piano di volo per l’aeromobile segnalato. «Che devo fare? - dice preoccupato Amato a un altro indagato, Arnaldo La Scala - perché io non posso scappare da casa con i cani, mia figlia, io c’ho una persona in garanzia data... uno giù...(in Paraguay, ndr)».
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