Acireale, la ragazza sparita nel 2012: l'ex compagno della madre fa scena muta in carcere davanti al gip
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Rosario Palermo, il sessantenne arrestato lunedì scorso ad Acireale perché accusato di avere assassinato il 4 giugno di dieci anni fa Agata Scuto, disabile di 22 anni, figlia della sua convivente. Con la ragazza, secondo gli investigatori, Palermo intratteneva una relazione. Davanti al gip Maria Ivana Cardillo, Palermo è rimasto in silenzio durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Noto, in cui è recluso. «È abbastanza provato - ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Marco Tringali -, abbiamo deciso di affrontare la questione nel momento in cui sarà a conoscenza delle contestazioni. Vedremo nel corso della prossime settimane si affrontare il giudizio del riesame». Palermo è accusato di avere strangolato e bruciato la ventiduenne, il cui corpo non è stato mai trovato. Alla base dell’inchiesta vi sono alcune puntate della trasmissione «Chi l’ha visto?», che portarono alla riapertura del caso. Nel corso delle indagini, oltre a una serie di indizi, gli investigatori dei carabinieri hanno raccolto, grazie ad una microspia installata sull'auto di Palermo, uno sfogo dell’uomo, che parlava da solo, raccontando alcuni retroscena della sparizione della Scuto.