Il viaggio è stato lungo. Ma la stanchezza è alleggerita dalla gioia di essere sfuggiti alla guerra di aver trovato accoglienza in Sicilia. Sono i 19 bambini orfani ucraini della città di Chernihiv, che per giorni sono rimasti bloccati a Medyka, al confine con la Polonia a causa di intoppi burocratici. A supportarli c'erano i coniugi Carmelo Portogallo e Alfina Lombardo, volontari dell’associazione Arca senza Confini Onlus, che sono partiti da Mascali, in provincia di Catania per raggiungere quei piccoli e fare in modo di portarli in Sicilia. E in viaggio con loro c'era anche Lidia Yaroskenko, la direttrice dell’Istituto che li ospitava: lei e i bambini hanno percorso quasi mille chilometri per raggiungere il confine con la Polonia, attraversando un Paese pieno di pericoli e colpito costantemente dalle bombe. Una volta arrivati in Sicilia i 19 bambini sono stati portati in un albergo di Mascali, successivamente saranno ospitati in un istituto di Calatabiano in accordo con la prefettura di Catania prima di poter essere accolti dalle famiglie del comprensorio che hanno offerto la loro disponibilità. "Abbiamo attraversato boschi e strade sotto le bombe. Abbiamo pregato tutto il tempo", racconta fra le lacrime la direttrice dell'istituto ucraino. Il volontario Carmelo Portogallo ormai considera quei bimbi quasi figli suoi. "La direttrice ha fatto un vero e proprio atto eroico – commenta – perché è riuscita a percorrere circa 1000 chilometri insieme a 19 bambini attraversando un Paese in guerra. Appena mi ha chiamato per chiedermi aiuto abbiamo subito raggiunto la frontiera dove ci siamo occupati di tutte le pratiche burocratiche".