Catania

Giovedì 28 Novembre 2024

Ambulanza della morte, confermato l'ergastolo per il barelliere di Adrano

Una foto tratta dal profilo Facebook di Davide Garofalo

La terza sezione della Corte di Assise di Appello di Catania, presieduta da Elisabetta Messina, ha confermato l’ergastolo per Davide Garofalo, il barelliere di Adrano coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta «ambulanza della morte». Garofalo è accusato dell’omicidio di tre malati terminali, uccisi attraverso iniezioni d’aria nelle vene, durante il trasporto dall’ospedale di Biancavilla a casa dei pazienti. La Corte d’Appello ha escluso una delle aggravanti facendo diminuire di tre mesi il periodo di isolamento: nella sentenza di primo grado del 20 maggio del 2021, l’isolamento era stato fissato in 14 mesi. Garofalo è stato condannato a pagare le spese legali per tutte le parti civili costituite, ossia familiari delle vittime, l’Asp di Catania, il Comune di Biancavilla e varie associazioni antiracket e a difesa dei consumatori. Non è servita a molto la memoria difensiva presentata nel mese di ottobre 2021 dall’avvocato Turi Liotta, legale di Davide Garofalo. L’avvocato Liotta è pronto, non appena saranno pubblicate entro 90 giorni le motivazioni della sentenza della Corte, a ricorrere in Cassazione per tentare di ribaltare le sentenze di primo e secondo grado. L’inchiesta «ambulanza della morte» è stata avviata a seguito di alcune dichiarazioni rese da parte del testimone di giustizia Luca Arena che hanno permesso, grazie anche al programma «Le Iene», di fare luce su un sistema di trasporti sanitari controllati dai clan di Adrano e Biancavilla che lucrava sul «caro estinto». I decessi si sono registrati tra il 2014 e il 2016. Ai parenti le morti dei loro cari sarebbero state presentate come aggravamenti improvvisi delle patologie già esistenti. E questo avrebbe fatto scattare l’introito di poche centinaia di euro, da 200 a 300 euro, per la vestizione e poi l’affidamento dei funerali. A condurre le indagini sono stati i carabinieri della compagnia di Paternò; nell’inchiesta è rimasto coinvolto anche Agatino Scalisi. Accusato di un solo omicidio è stato condannato a 30 anni di carcere. L’uomo è stato giudicato con rito abbreviato.

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