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Catania, pazienti morti in ospedale: altri sospetti sull'infermiere arrestato

Vincenzo Villani Conti, l'infermiere arrestato per le morti in corsia

L’inchiesta su Vincenzo Villani Conti, l'infermiere accusato di avere inoculato benzodiazepine in dosi mortali a pazienti dell’ospedale Cannizzaro di Catania. ha visto in passato la riesumazione di cinque pazienti deceduti in ospedale: solo in due sono state riscontrate tracce di benzodiazepine, nelle altre tre invece totale assenza dei farmaci Midazolan e Diazepan.

Sulla vicenda interviene l’avvocato della famiglia Zappulla in quanto un loro congiunto, Vito, è morto in ospedale. È una delle persone individuate dall’inchiesta per le quali è stata disposta la riesumazione, senza però riscontrare tracce di benzodiazepine.

«Noi riteniamo - spiega l’avvocato Fabio Maugeri - che anche il signor Vito Zappulla sia stato vittima di un fatto analogo. È entrato in ospedale che stava bene , la sera prima di morire aveva pure fatto una videochiamata a causa del Covid, era vietato l’ingresso in ospedale in presenza. L’indomani mattina era morto senza che soffrisse di alcun disturbo particolare. La stessa notte durante la quale è morta una delle due donne per le quali la procura contesta l’omicidio volontario». L’avvocato chiede adesso che l’esame tossicologico venga svolto a 360 gradi non solo per quanto riguarda le benzodiazepine, ma per altre sostanze che potrebbero essere state letali».

Intanto, raccontano il loro dolore i familiari delle due donne per le quali Villani Conti è stato arrestato. «Questa storia aggiunge dolore al dolore, sapere che la mia zia, sorella gemella di mia mamma, non è stata chiamata in cielo dal buon Dio, che probabilmente è stata la mano dell’uomo ad intervenire ci reca un maggiore dolore», dice Gabriella Piccione, nipote di Maria D’Antone, una delle due donne morte secondo la procura di Catania, per mano dell’infermiere reggino arrestato su disposizione del gip per omicidio volontario. «Mi auguro che anche gli altri tre che stanno facendo lo stesso percorso, le salme dei parenti riesumate alla stregua di mia zia, non abbiamo a patire questo stesso dolore che in questo momento abbiamo noi», prosegue la signora.

Addolorato anche Francesco Monaco, marito di Graziella Vecchio, la seconda donna morta al Cannizzaro e su cui sono state trovare le tracce di benzodiazepine: «Lo devono chiudere in carcere e devono buttare via la chiave - dice Monaco -, non deve uscire più. È stato un fatto grave non solo per mia moglie, ma anche per gli altri».

 

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