Oltre trenta delle 35 persone a bordo dell’Humanity 1 hanno iniziato ufficialmente lo sciopero della fame e a pranzo hanno rifiutato il cibo. Lo hanno riferito componenti dell’equipaggio della nave della ong tedesca che hanno incontrato alcuni degli attivisti che protestano davanti il piazzale del molo dove è ormeggiata la Geo Barents di Medici senza frontiere.
A bordo della Geo Barents, attraccata nel porto di Catania, restano 211 migranti. Un ragazzo è stato portato via dallo scafo perché minorenne, non lo aveva dichiarato in precedenza per paura. In banchina rimane il ragazzo siriano che si era tuffato in mare ed era stato soccorso, l’altro che aveva compiuto lo stesso gesto avendo la febbre a 39 è stato portato in ospedale.
Un elevato "rischio psicologico" per la lunga permanenza sarebbe stato riscontrato durante il nuovo triage eseguito tra le persone a bordo della Geo Barents dai medici. La valutazione medica, eseguita da psicologi e psichiatri dell’Azienda sanitaria provinciale, potrebbe sfociare nello sbarco nelle prossime ore di tutti i migranti. Un altro analogo triage sarà eseguito sulle persone a bordo dell’Humanity 1.
La Ocean Viking viaggia verso la Francia
«Di fronte al silenzio dell’Italia e a causa dell’eccezionalità della situazione, la Ocean Viking è costretta a richiedere un Porto sicuro alla Francia». Lo sottolinea la Ong Sos Mediterranee prevedendo che la nave con a bordo 234 migranti arriverà «nelle acque internazionali adiacenti alla Corsica il 10 novembre». «Questa soluzione estrema è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea che non sono stati in grado di indicare un Porto sicuro alla nostra nave» prosegue la Ong definendo la situazione a bordo dopo 20 giorni di stallo in mare «al limite».
I medici sulla nave, spiega il presidente di Sos Mediterranee Italia Alessandro Porro «hanno riscontrato stati di fortissimo stress tra i naufraghi, con crescenti sintomi di ansia, depressione, insonnia e perdita dell’appetito». I migranti, prosegue, «stanno perdendo le ultime speranze» e alcuni di loro «hanno iniziato a manifestare l’intenzione di buttarsi in mare per la disperazione». C’è dunque il rischio concreto di “incidenti gravi in qualsiasi momento» che possono mettere a rischio «la sicurezza degli stessi naufraghi e del nostro equipaggio».
Sos Mediterranee ricorda che la Ocean Viking in questi 20 giorni ha prima contattato i centri di soccorso di Libia e Malta, responsabili delle zone Sar dove sono avvenuti i salvataggi e successivamente, «in un silenzio assordante» si è rivolta all’Italia, «come previsto dal diritto marittimo» in quanto «centro di coordinamento più idoneo a fornire un porto sicuro». «Ma il nuovo governo - conclude la Ong - ha imposto un divieto discriminatorio» all’ingresso della nave e questo ha costretto a rivolgersi a Grecia, Spagna e Francia.
Piantedosi: «Illegale selezione migranti? Ci sono ricorsi»
«Ci sono ricorsi in atto, si deciderà nelle sedi competenti». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine della presentazione del calendario della Polizia, rispondendo a chi gli chiedeva una replica a chi ha definito illegale la selezione dei migranti arrivati sulle navi ong a Catania. «Se vi volete fermare all’esegesi delle espressioni burocratiche fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine della presentazione del calendario della Polizia, rispondendo a chi gli chiedeva conto dell’espressione «carico residuale» usata in riferimento ai migranti rimasti a bordo delle navi ong a Catania. In proposito Piantedosi ha precisato che i migranti «non sono in mare, sono al sicuro».
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