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Belpasso, Georgeta conosceva il suo assassino e gli ha aperto la porta

Nel riquadro Georgeta Ancuta Pop

Proseguono a 360 gradi le indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò per identificare la persona che ha ucciso con due colpi di fucile, caricato a pallini, Georgeta Ancuta Pop, la donna rumena di 43 anni, trovata cadavere all’interno del casolare dove viveva in contrada Rotondella, in territorio di Belpasso, nella Piana di Catania. La donna lavorava, regolarmente assunta, all’interno di un’azienda agricola e aveva come mansione quella di occuparsi degli animali presenti nell’azienda. I militari dell’arma al momento non tralasciano alcuna pista investigativa; tuttavia si esclude l’omicidio maturato nel corso di una rapina: in casa non mancherebbe nulla. Non sembra nemmeno un delitto maturato in ambito familiare, visto che l’ex marito della donna vive da tempo in Romania insieme alla loro figlia.

Gli investigatori privilegiano la pista del delitto premeditato. L’omicida, dopo aver sparato, si sarebbe subito allontanato portando l’arma utilizzata. Gli investigatori non escludono a priori la pista passionale: indagano nella vita privata della donna, e si scava tra le sue amicizie e relazioni sociali.

Georgeta viveva da sola. L’assassino potrebbe essersi presentato in casa, avere fatto fuoco e poi, indisturbato, sarebbe andato via. Quello che è certo che la donna conoscesse la persona che poi ha fatto fuoco contro di lei, sparandole due colpi, centrandola al torace, senza lasciarle scampo. La donna è stata trovata riversa a terra, senza vita, in camera da letto in una pozza di sangue.
A rinvenire il cadavere, poco dopo le 16.30, un collega della quarantatreenne, il quale non avendo avuto notizie della vittima, in quanto giovedì mattina non si è recata a lavoro e non rispondeva alle numerose chiamate fatte al suo cellulare, si è diretto a casa della donna facendo la macabra scoperta.

È stato il collega a chiamare il personale medico del 118, il quale giunto sul posto non ha potuto fare altro che accertare la morte della rumena e avvisare, a sua volta, le forze dell’ordine. I carabinieri della compagnia di Paternò in queste ore stanno analizzando e visionando le immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza che sono all’ingresso della strada il cui accesso è chiuso con un cancello. Le telecamere hanno immortalato anche le auto e i vari mezzi che sono entrati e usciti nelle ultime 24-36 ore. Di certo saranno analizzate anche le targhe di ogni singolo mezzo anche per poter ascoltare coloro che per motivi di lavoro o altro, hanno fatto il loro ingresso in quella stradina di campagna.

Al vaglio degli investigatori anche il cellulare della vittima: infatti a tal riguardo l’attenzione delle forze dell’ordine è concentrata sulle ultime telefonate fatte e ricevute dalla vittima. In particolare si cerca di capire se la donna, il giorno in cui è stata assassinata, aspettasse la visita di qualche conoscente o amico. Infatti nelle ore immediata mente successive al delitto i carabinieri della compagnia di Paternò, comandata dal capitano Gianmauro Cipolletta, hanno ascoltato il titolare dell’azienda, nonché amici e colleghi di lavoro.

Sul posto, per effettuare i rilievi, i carabinieri della Sezioni Investigazioni scientifiche del comando provinciale che hanno passato a setaccio l’intera scena del delitto non tralasciando alcun elemento. Un lavoro incessante ostacolato solo in parte dalla complicità delle tenebre ma che ha permesso di verificare come dietro l’omicidio possa esservi una mano «inesperta».
Solo a notte fonda i militari hanno ultimato tutti i rilievi del caso, con il sostituto Magda Guarnaccia della Procura di Catania che ha disposto il trasferimento della salma presso l’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania, dove nelle prossime ore, sarà eseguita l’autopsia sul corpo della quarantatreenne. Esame autoptico fondamentale in primis per capire quando Georgeta Pop Ancuta sia stata uccisa; se nella tarda serata di mercoledì, oppure nella prima mattinata di giovedì; in secondo luogo l’autopsia dovrà rivelare se la donna è morta sul colpo oppure è rimasta a lungo in agonia prima di spirare.

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