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Mafia Catania, condannati il boss ergastolano Maurizio Zuccaro e il figlio Rosario

Vent'anni al boss ergastolano Maurizio Zuccaro per associazione mafiosa. Tredici al figlio Rosario, in quanto affiliato. Assoluzione, invece, per l’altro figlio, Filippo, cantante neomelodico, noto come Andrea «Zeta». È il verdetto della prima sezione del tribunale di Catania, presidente Alessandro Ricciardolo, nel processo scaturito dall’inchiesta «Zeta»: il blitz prese il nome dal giovane cantante difeso dall’avvocato Salvo Centorbi, assolto con la formula «per non avere commesso il fatto».

Entrambi i fratelli Zuccaro sono stati assolti per l’imputazione dell’estorsione all’Ecs Dogana Club, la discoteca al centro dell’inchiesta che sarebbe stata contesa tra i santapaoliani (guidati da Rosario Zuccaro, considerato la «longa manus» del padre, in carcere a scontare diversi ergastoli, per la gestione criminale del gruppo di Cosa nostra di San Cocimo) e i «cappelloti» di Massimiliano Salvo, detto «u carruzzeri». Assieme a loro, Giovanni Fabio La Spina, figlio di un ex consigliere comunale di Misterbianco.

Assolti, con la formula «perché il fatto non sussiste», anche Michela Gravagno, ex compagna del gestore della discoteca del Porto, considerata dagli investigatori la prestanome di Rosario Zuccaro per il ristorante Pittito di San Giovanni Li Cuti, da tempo chiuso, e Melo Raciti, imprenditore catanese e proprietario del lido Le Capannine.

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