Controlli a tappeto dei carabinieri di Catania e provincia nei confronti delle persone sottoposte a misure alternative alla detenzione carceraria, autorizzate a recarsi a lavoro. Tra luglio e agosto, sia in città che su tutto il territorio della provincia, i carabinieri hanno pertanto proceduto al controllo di 150 individui ai domiciliari presso le altrettante aziende che avevano offerto loro un impiego.
Nell’ambito di tale contesto operativo, i carabinieri della compagnia di Randazzo, unitamente ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Catania, hanno controllato diverse aziende operanti nel settore agroalimentare di Bronte. Al termine delle ispezioni sono stati scovati complessivamente 11 impiegati in nero o che svolgevano fittiziamente l’attività lavorativa ed elevate contravvenzioni per 35.000 euro.
Nello specifico, durante un controllo di un’azienda agroalimentare di contrada Roccarello, è emerso che un operaio adranita di 39 anni, sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, non era stato regolarizzato per tutti i periodi in cui aveva lavorato per quella stessa azienda, pertanto per il titolare è scattata la maxi sanzione per lavoro nero pregresso dell’importo di 3.600 euro. Dall’ispezione effettuata presso un’altra azienda agricola, in contrada Ginestrola, i militari hanno accertato che su 15 operai presenti al momento in azienda, ben 10 risultavano irregolari, in quanto non risultavano mai essere stati assunti né sottoposti alla prevista sorveglianza sanitaria. Il titolare dell’azienda è stato denunciato per omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori e contestualmente gli è stata comminata la multa di oltre 25.000 euro. Inoltre, è scattata l’emissione a suo carico di un provvedimento di sospensione dell’attività lavorativa.
È stato possibile recuperare contributi previdenziali ed assistenziali per 9.800 euro.
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