Catania

Venerdì 22 Novembre 2024

Chi era Laura Salafia, la tetraplegica di Catania che lottava per vivere: a ferirla fu un colpo vagante

Laura Salafia in occasione del conferimento della laurea honoris causa (foto di Orietta Scardino/Ansa)

«Attraverso la sofferenza e la fatica sono riuscita a trovare la ragione di vita che mi fa amare la vita e le persone. A darmi la forza chi ha creduto in me con tanto amore e solidarietà. Ringrazio tutti quanti per aver creduto in me». Sono le parole pronunciate qualche tempo fa da Laura Salafia, la 47enne morta a Catania dopo 13 anni da tetraplegica perché gravemente ferita da una pallottola vagante. Parole che ne tratteggiano la forza di carattere e la ferma determinazione a lottare per vivere. Pronunciate durante il suo percorso riabilitativo, sono state riproposte il 9 giugno scorso durante la cerimonia di consegna, all’università di Catania, dal rettore Francesco Priolo, della laurea magistrale honoris causa in Filologia moderna. Di quel corso per il quale il primo luglio del 2010 aveva sostenuto, superandolo brillantemente, l’esame di spagnolo. Era contenta dell’esito della materia Laura mentre con alcuni amici e colleghi uscita dalla sede della facoltà, l’ex monastero dei Benedettini, in piazza Dante, è stata ferita da un proiettile vagante alla zona cervicale della colonna vertebrale. Per la sparatoria è stato condannato a sedici anni e sei mesi Andrea Rizzotti, un ex impiegato comunale che aveva come obiettivo un perito assicurativo che, secondo la sua ricostruzione, era solito ingiuriarlo. Un duro colpo quello subito da Laura Salafia, costretta a una vita da tetraplegica, che ha trascorso sedici mesi in terapia al Montecatone rehabilitation institute di Imola. Poi nel dicembre del 2011 è stata trasferita nell’Unità spinale unipolare dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Dopo essere stata dimessa, va ad abitare, assieme alla sorella Lucia, in una casa appositamente attrezzata messa a sua disposizione dal Comune di Catania e arredata gratuitamente dall’Ikea. Ha lottato anche da tetraplegica Laura Salafia. Lo ha fatto rivendicando «il diritto di essere felice», di potere «scrutare ancora la bellezza della vita», perché, affermava, anche se «mi trovo a vivere come in un oceano in tempesta, con onde e fulmini che si abbattono da tutte le parti», io «sono ancora a qui lottare», riaffermando di «volere ardentemente vivere». «Laura - ricorda il rettore Francesco Priolo - è stata un esempio per tutti noi, con la sua forza ha dimostrato che gli obiettivi si possono raggiungere. Nonostante la sofferenza, la fatica e le difficoltà Laura ha amato la vita e tutte le persone che le sono state vicine, compresa la nostra comunità accademica». Il sindaco Enrico Trantino ha annunciato che «faremo in modo di ricordarla in modo perenne con l’intitolazione di un luogo evocativo di Catania, affinché il suo modello di donna di cultura, esemplare e coraggiosa, che ha mostrato insuperabile attaccamento alla vita, nella gioia e nel dolore, rimanga un esempio per le future generazioni». Il carattere e la forza di Laura emergono con chiarezza anche quando, nel 2011, ha iniziato a collaborare con il quotidiano La Sicilia pubblicando periodicamente gli scritti di un suo «diario aperto» poi raccolti nel volume Una forza di vita, edito della Dse. Nel libro ha raccontato anche dei contatti con un ergastolano che, commosso dalla sua vicenda, ha tenuto con lei una corrispondenza epistolare e che, in forza di questo dialogo a distanza, ha ripreso a studiare e ha conseguito il diploma di maturità. E anche degli incontri che aveva con un gruppo di bambini di un quartiere popolare degradato di Catania che ha ’adottatò per i quali ha organizzato in varie circostanze gite e momenti di convivenza. La malattia aveva rafforzato anche la sua fede e il 10 settembre del 2016 aveva incontrato Papa Francesco in piazza San Pietro. Nel 2021 il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, l’ha insignita del titolo di cavaliere al merito della Repubblica. I funerali di Laura Salafia si terranno domani, 17 ottobre, alle 16 nella Chiesa Madre di Sortino, paese del Siracusano in cui era nata. Laura Salafia in occasione del conferimento della laurea honoris causa (foto di Orietta Scardino/Ansa)

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