I finanzieri del comando provinciale di Catania, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca nei confronti di un soggetto catanese, indagato per il reato di omessa dichiarazione fiscale, per un ammontare complessivo di circa 1 milione di euro.
Nel mirino sono finiti l’impresa catanese Ge.Sa Srl Discount Alimentare e l'imprenditore, Vincenzo Guglielmino, di 61 anni. Oggetto del sequestro sono stati: le quote sociali e le disponibilità finanziarie della Ge.Sa Srl Discount Alimentare di Catania.
Nel dettaglio, i militari del Primo gruppo della guardia di finanza etnea hanno condotto una verifica fiscale nei confronti di una impresa catanese operante nel settore della gestione di supermercati che, negli anni dal 2017 al 2021, non ha presentato le dichiarazioni fiscali, evadendo imposte sui redditi ed Iva per complessivi 967.991,79.
In particolare, nell’attuale stato del procedimento in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio con la parte, si sarebbe appurato che, nonostante la società operasse nel circuito commerciale, certificando i corrispettivi conseguiti nella vendita al dettaglio e, pertanto, palesando una parvenza di regolarità fiscale, di fatto non adempiva agli obblighi tributari e, conseguentemente, di versamento delle imposte dovute.
In ragione di quanto emerso nel corso delle attività condotte dalle fiamme gialle, l’autorità giudiziaria ha emesso il provvedimento cautelare eseguito nei giorni scorsi che ha portato al sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie, quote sociali e cinque veicoli riconducibili alla società e al suo amministratore.
Il legale dell'imprenditore: errati i numeri della guardia di finanza
«I numeri comunicati dalla Guardia di finanza sono in concreto errati. L’evasione complessiva nei 5 anni è pari a due terzi in meno rispetto a quella presuntivamente accertata dalla polizia giudiziaria». Lo afferma in una nota l’avvocato Salvatore Cannata, legale dell’imprenditore Vincenzo Guglielmino. «Naturalmente solo alla fine del procedimento penale e di fronte ad un giudice terzo- continua il legale - si potrà affermare con certezza l’entità dell’evasione e se il sequestro oggi operato fosse, ex ante, legittimo. Non ci vorremmo trovare per l’ennesima volta di fronte ad una situazione in cui si procede ad un sequestro, distruggendo l’economia di un azienda e delle famiglie ad essa collegata per poi scoprire, anche dopo diversi anni, che il sequestro non fosse possibile o addirittura legittimo». «Preciso che Il Guglielnino e quindi la società Gesa srl per gli anni oggetto del controllo - continua il legale - non ha presentato la sola dichiarazione annuale Iva (mentre, contrariamente a quanto sostenuto dalla guardia di finanza ha presentato la dichiarazione ai fini dei redditi e dell’Irap). La Guardia di Finanza, vista anche la mancata esibizione dei registri delle fatture di vendita e di acquisto, ha proceduto alla luce della documentazione trovata a determinare l’Iva a debito sulla base dei corrispettivi desunti dalle chiusura di cassa rilevati in fase di verifica presso la sede legale. Per quanto riguarda l’iva a credito, che matura sulle fatture d’acquisto non le ha conteggiate». «L’Agenzia delle Entrate, invece, pur facendo propri i rilievi della guardia di finanza - conclude - li ha valutati criticamente ed ha riconosciuto in detrazione l’Iva relativa agli acquisti nonostante la società abbia omesso di presentare la corrispondente dichiarazione, tenuto conto del principio di neutralità dell’Iva e posto che la società nel corso della verifica ha esibito le fatture di acquisto di cui i verificatori hanno riscontrato l’inerenza all’esercizio dell’attività d’impresa».
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