Catania

Mercoledì 04 Dicembre 2024

Spaccio, estorsioni e anche capi firmati: tutti gli affari del clan Pillera-Puntina di Catania

Sono 18 - tra loro tre donne - le persone arrestate stamane dalla polizia di Stato di Catania, che ha eseguito una ordinanza emessa dal Gip nei confronti dei presunti. componenti di una organizzazione che avrebbe gestito con metodo mafioso estorsioni in danno di imprenditori locali e preso parte ad una associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Alcune estorsioni erano compiute con i metodi tradizionali; altre con l’imposizione di tassi di sconto fuori mercato in qualunque stagione su capi di abbigliamento di marca, il tutto ai danni di titolari di noti negozi catanesi. Da qui il nome dell’operazione, che è stata denominata «Doppio petto». Quattordici degli indagati sono stati condotti in carcere. Quattro sono stati posti agli arresti domiciliari. Tra gli arrestati i due figli di Giacomo Maurizio Ieni, storico affiliato alla cosca Pillera Puntina morto in carcere, Dario Giuseppe Antonio e Francesco, la vedova di Ieni Francesca Viglianesi, ed esponenti dei Cappello-Bonaccorsi e del gruppo Nizza, che fa parte della famiglia di cosa nostra denominata Santapaola- Ercolano. Secondo quanto accertato, Dario Giuseppe Antonio Ieni sarebbe subentrato al padre Giacomo Maurizio, nella gestione degli affari di famiglia, e avrebbe continuando a riscuotere un’estorsione periodica a noti imprenditori del settore dei trasporti e della logistica. L’altro figlio di Ieni, Francesco, si sarebbe occupato dell’approvvigionamento di cocaina dalla Calabria e marijuana dalla Spagna c he sarebbe stata poi venduta al dettaglio ai responsabili delle piazze catanesi, e non solo, anche di altre organizzazioni criminali. Le investigazioni avrebbero consentito di accertare come Giacomo Maurizio Ieni fosse contitolare di un esercizio commerciale di ristorazione e somministrazione di bevande che stamane è stato sottoposto ad un sequestro di natura patrimoniale.

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