L’indagine della Procura di Catania per corruzione su Luca Sammartino, l’uomo forte della Lega in Sicilia che ieri si è dimesso da vice governatore e assessore all’Agricoltura dopo la sospensione per un anno dalle pubbliche funzioni, non frena le ambizioni elettorali del Carroccio che dopodomani (20 aprile 2024), secondo il programma che era stato stabilito prima della notizia giudiziaria, presenterà a Palermo i candidati nella lista Isole per le europee. «La vicenda di Sammartino non è certo bella - dice Claudio Durigon, commissario del partito nell’Isola - Sono fiducioso nella magistratura, sono convinto che Luca saprà difendersi al meglio e che la questione si risolverà nel più breve tempo possibile». Detto questo «la Lega in Sicilia ha una squadra forte, non siamo preoccupati: andiamo avanti, nessun cambio di candidati in corsa, sono le stesse persone che avevamo individuato, perché rappresentano i nostri valori». Durigon esclude qualsiasi coinvolgimento della Dc, nonostante le voci insistenti su un ipotetico appoggio esterno del partito a qualcuno dei candidati leghisti. «Non ci sono mai stati rapporti con Totò Cuffaro e «mai pensato» ad accordi alternativi. Potrebbe essere l’inserimento in extremis in lista di una esponente dell’Udc a intercettare un’eventuale consenso dei democristiani anche senza un patto alla luce del sole. Si vedrà. Domani intanto Luca Sammartino sarà interrogato dal gip, Carla Aurora Valenti. La linea di difesa, con l’avvocato Carmelo Peluso che lo assiste, sarà decisa dopo l’interrogatorio di garanzia. Il parlamentare regionale si è detto «sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati». Sammartino è indagato per due casi di corruzione. Il primo è avere favorito il proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo (Catania) impegnandosi nell’impedire l’apertura a un suo concorrente. In cambio avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2019 per il Pd, Caterina Chinnici, poi eletta e ora in Forza Italia, totalmente estranea all’inchiesta. Il secondo caso riguarda due carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura, uno in servizio e l’altro in aspettativa che avrebbero fornito notizie su eventuali indagini nei suoi confronti e bonificato da eventuali cimici la sede della sua segreteria. Per uno di loro, Antonino Battiato la Procura aveva chiesto la misura cautelare della sospensione dall’incarico, ma il gip si è riservato di decidere dopo l’interrogatorio di garanzia del militare dell’Arma. Sono 30 gli indagati nell’inchiesta della Dda: i primi a essere interrogati oggi sono stati il sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando (si è già dimesso), un poliziotto da anni in aspettativa, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per scambio elettorale politico-mafioso assieme a Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano, che si sarebbe «adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione» del primo cittadino. Sentiti anche altri quattro indagati arrestati ai domiciliari: Giovanni Naccarato, dirigente del Comune, l’architetto Puccio Monaco, all’epoca consulente a titolo gratuito del sindaco, l’ingegnere Paolo Di Loreto e lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle poi transitato tra i sostenitori di Rando alle amministrative del 2021.