L'assicurazione per l'auto è conveniente, ma è una truffa: due napoletani denunciati a Catania
La polizia ha denunciato a Catania due napoletani, rispettivamente di 57 e 29 anni, ritenuti gli artefici di una truffa ai danni di una donna di 73 anni che per rinnovare l’assicurazione della sua auto aveva deciso di affidarsi ad un motore di ricerca specializzato nella ricerca della tariffa più conveniente, inserendo i propri dati anagrafici, la propria utenza telefonica e tutte le informazioni richiese relative al veicolo. Le indagini sono scattate dopo la querela contro ignoti presentata della vittima. I due - afferma la polizia - sono specializzati in questo tipo di reati e hanno diversi precedenti penali per truffa ed altri reati contro il patrimonio. La donna dopo qualche ora era stata contattata telefonicamente attraverso un numero di telefonia mobile da un sedicente agente di una nota compagnia assicurativa che le aveva proposto la stipula di una polizza ad un prezzo annuo particolarmente vantaggioso. Allettata dall’offerta, aveva inviato al finto agente attraverso una nota piattaforma di messaggistica copia della carta di circolazione della propria autovettura e della carta d’identità ed aveva effettuato un bonifico su un Iban che le era stato indicato. Dopo qualche ora aveva ricevuto sulla stessa piattaforma di messaggistica e sulla mail la polizza assicurativa. L’anno successivo, con l’approssimarsi della scadenza della polizza, la donna aveva contattato direttamente attraverso il numero presente sul sito internet la società di assicurazioni chiedendo un nuovo preventivo per il rinnovo e dopo aver visto che nel nuovo preventivo il prezzo era praticamente triplicato rispetto all’anno precedente, aveva chiesto delucidazioni. La compagnia assicurativa ha comunicato alla donna che non risultava stipulata alcuna polizza assicurativa per l’anno precedente. A quel punto la donna ha capito di essere stata truffata e si è rivolta alla polizia per sporgere querela contro ignoti. I poliziotti hanno immediatamente avviato le indagini e attraverso l’analisi del traffico telefonico e dei conti bancari sono riusciti a risalire ai due napoletani.