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La donna trovata impiccata a Fondachello, l'autopsia non basta a svelare la verità: disposti altri accertamenti

Da eseguire ancora esami istologici e tossicologici. La salma è stata restituita alla famiglia.

Esami supplementari e complementari serviranno a completare l’autopsia, disposta dalla Procura di Catania, ed eseguita oggi, sul corpo della trentottenne trovata impiccata tre giorni fa nel bagno della casa di villeggiatura che aveva preso in affitto con il compagno a Fondachello, frazione marinara di Mascali. Saranno eseguiti esami istologici e tossicologici per un esame completo e totale sulle cause del decesso.

Il referto, redatto dal medico legale Cristoforo Pomara, incaricato dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e dal sostituto Fabio Regolo, dovrebbe essere pronto nelle prossime settimane. All’autopsia era presente, come perito di parte, il dottore Raffaele Benanti, nominato dall’avvocato Francesco Marchese, legale del compagno della donna, che non è indagato, ma parte offesa nell’inchiesta. Intanto la Procura, dopo l’esame medico legale, ha firmato il nulla osta per il rilascio della salma che è stata restituita ai familiari.

La donna la sera prima del ritrovamento del corpo aveva avuto una lite con l’uomo, che aveva lasciato l’abitazione e, subito dopo la scoperta, è stato sentito per diverse ore come testimone nella caserma dei carabinieri. La coppia ha due figli. La casa è stata trovata in ordine, e non è stato rinvenuto alcun messaggio da parte della donna. Al momento non è esclusa alcuna ipotesi sulle cause del decesso, compresa quella del suicidio. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Giarre e del comando provinciale di Catania.

Nella foto la sede della compagnia dei carabinieri di Giarre

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