«Un assistente capo della polizia penitenziaria del carcere per minorenni di Bicocca, a Catania, nel tentativo di bloccare alcuni detenuti nordafricani che cercavano lo scontro con un gruppo di detenuti italiani, è stato colpito con un bastone». Lo rende noto Francesco Pennisi, coordinatore nazionale per la Sicilia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, annunciando la proclamazione dello stato di agitazione. «In ospedale - riferisce - i medici gli hanno riscontrato un trauma contusivo al ginocchio con prognosi di sette giorni salvo complicazioni». Secondo il Sappe «il carcere per i minorenni di Bicocca è fuori controllo: la numerosa presenza di detenuti di origine nordafricana sta alimentando forti tensioni con i ristretti italiani e soprattutto con il personale di polizia penitenziaria, che con l’attuale sistema gestionale non riesce più a controllare l’ordine e la disciplina». «Il Sappe lancia l’ennesimo allarme - aggiunge Pennisi - bisogna scongiurare il verificarsi di gravi eventi critici, per cui gli organi ministeriali addetti devono intervenire con urgenza, se necessario anche con l’intervento del gruppo operativo mobile. La polizia penitenziaria ha il diritto di lavorare in sicurezza: non si può rischiare la vita tutti i giorni. Basta. Proclamiamo lo stato di agitazione». Sulla situazione nelle carceri per i minorenni interviene anche la Uil. «I continui trasferimenti in Sicilia dei minori detenuti - afferma Gioacchino Veneziano, segretario regionale Uilpa Sicilia, annunciando a sua volta lo stato di agitazione - stanno creando una grave situazione nelle carceri per i minorenni già in gravi difficoltà con carenze di uomini e strutture non sempre adeguate». Veneziano aggiunge che «le aggressioni i ferimenti degli agenti penitenziari, gli incendi, i saccheggi e i tentativi di evasione - aggiunge - che nelle ultime ore hanno riguardato il carcere per i minorenni di Catania, ma giorni prima sono accadute a Palermo, Acireale e Caltanissetta, confermando la non gestibilità del sistema, e sui 134 posti detentivi disponibili ne risultano occupabili 91, ciò significa che oltre il 30% sono indisponibili e non si fa in tempo a ripristinarle che immediatamente vengono demolite dai detenuti. Su un organico di polizia penitenziaria previsto di 180 unità risultano operativi circa 130, quindi è innegabile che non può assicurare sicurezza, trattamento e godere dei diritti soggettivi - sottolinea il sindacalista della Uil - ma di questo pare che se ne stia occupando solo il sindacato. Il dipartimento di Roma ha posticipato l’assegnazione del comandante a Palermo a gennaio 2025, inviando in missione per tre volte la settimana quello di Caltanissetta».